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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Invalidità civile: un pomeriggio di confronto in Camera del Lavoro

Promosso lo scorso 28 febbraio da CGIL e INCA per la rassegna "Memorie di un patronato"

Si è parlato di invalidità civili, della loro storia ed evoluzione normativa, di riconoscimento del diritto, tempistiche, contenziosi, riesami e tanto altro lo scorso martedì 28 febbraio, nel salone Trentin, nell'incontro proposto da CGIL Parma e INCA Parma con il titolo "Invalidità civiile. Dalle origini ai giorni nostri".

L'evento, secondo appuntamento della rassegna "Memorie di un Patronato", inserita nel cartellone "Occasioni di memoria" 2023 della Camera del Lavoro, ha preso le mosse dall'introduzione della segretaria generale CGIL Parma, Lisa Gattini, che ha evidenziato come la tutela e l'assistenza degli invalidi e dei mutilati sia connaturata all'impegno del sindacato confederale fin dagli esordi agli inizi del secolo scorso e come il dettato costituzionale la riaffermi, e dalla ricostruzione storica di Villiam Zanoni, esperto in materia previdenzale, già presidente INCA nazionale, che ha analizzato l'evoluzione dei vari dispositivi di riconoscimento delle indennità, mostrando come oggi, nonostante una spesa sociale dedicata per oltre 22 miliardi agli invalidi civili, vi siano ancora buchi da colmare, frutto di uno sviluppo non armonizzato delle diverse riforme sulla materia.

È stata poi la volta di Luca Ferrari, direttore del Patronato INCA CGIL di Parma, che ha fatto il punto sullo stato dell'arte odierno, portando dati e criticità relativi ai passaggi che oggi deve affrontare chi intraprende il percorso per il riconoscimento dell'invalidità civile. "Il nostro Patronato - ha spiegato Ferrari - nell'ultimo anno ha assistito 2724 persone, dai 3 mesi ai 101 anni di età, dovendo fare i conti con un sistema irto di ostacoli, che in molti casi non risponde ai criteri di adeguatezza economica invocati dalla stessa Corte Costituzionale". Dopo aver sottolineato anche l’elevato contenzioso che contrappone l’Inca all’Inps e che si conclude quasi sempre con il riconoscimento di quanto inizialmente negato, Ferrari ha richiamato tutti gli attori istituzionali, dall’Ausl all’Inps, al confronto e alla collaborazione con i Patronati, come sancito dal documento generale di indirizzo del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps che si pone l’obiettivo di “garantire i legittimi diritti degli utenti che vanno considerati degli interlocutori e non delle controparti”

Animata e ricca di spunti è stata poi la tavola rotonda moderata da Glenda Pelosi, che ha visto diversi contributi: da quello di Anna Rita Maurizio, presidente Commissione Welfare, Politiche Abitative e Lavoro del Comune di Parma, che si è impegnata a portare all'evidenza dell'Amministrazione comunale le difficoltà rispetto al blocco delle visite in presenza dei pazienti che devono documentare l'invalidità (dall'emergenza covid in poi, infatti, a Parma si svolgono solo valutazioni agli atti, che possono pregiudicare il corretto riconoscimento delle situazioni sanitarie) e le lunghe liste di attesa per alcune tipologie di visite specialistiche necessarie per la valutazione dell’invalidità, a quello di Lucia Zanardi, coordinatore regionale Medico Legale INPS Emilia Romagna, che si è soffermata sul tema del contenzioso, sul dispositivo del riesame e che ha confermato la necessità della collaborazione di tutti a favore dei cittadini. Infine sono intervenuti Paolo Malvisi, uno dei consulenti legali INCA CGIL Parma, che si occupa di ricorsi e relative difficoltà procedurali, e Walter Antonini, presidente ANMIC Parma, che ha segnalato l'urgenza di una legge quadro di riordino di tutta la normativa sulle invalidità civili, evidenziando la centralità di intrecciare gli stanziamenti sociali con la possibilità di occupare le persone con disabilità, come previsto dalla disciplina sulle categorie protette ("cui troppo spesso le aziende derogano preferendo pagare le sanzioni"). "Perchè disabilità e dignità - ha commentato Antonini - non sono concetti antitetici. E soprattutto occorre tornare a confrontarci con i soggetti, con le loro patologie e specificità, altrimenti non riusciremo a dare le risposte che occorrono rispettando i criteri di equità e sostenibilità della spesa sociale".

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