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Montagna, Coldiretti: "Agricoltori e Bonifiche vitali per l'Appennino"

Il risultato esemplare presentato dalla Regione Emilia-Romagna nel corso della Conferenza della Montagna 2021 sull’operato dei Consorzi di Bonifica regionali associati ad ANBI ER dimostra chiaramente l’importanza che il territorio dell’Appennino riveste e può rivestire ancora di più all’interno di una pianificazione strategica sempre più attenta ai bisogni concreti di queste comunità e imprese agricole che svolgono un ruolo determinante nei territori più svantaggiati, talvolta meno serviti, evitando lo spopolamento massiccio degli anni passati.

Lo dice Coldiretti Emilia Romagna nel sottolineare come uno sviluppo socio-economico proficuo di medio e lungo periodo delle Terre Alte, in cui gli agricoltori svolgono da sempre anche un’insostituibile funzione attiva di presidio contro il dissesto idrogeologico di queste aree di prossimità, passi inevitabilmente da politiche volte a prevenire e mitigare le criticità ambientali.

Senza questo tipo di azione preventiva – continua Coldiretti Regionale – in grado di creare le precondizioni per svolgere qualsiasi tipo di attività e soprattutto quella centrale, legata all’imprenditoria agricola, il territorio montano non  avrebbe alcun futuro sostenibile. “Per queste ragioni – ha sottolineato il direttore di Coldiretti Emilia Romagna Marco Allaria Olivieri – i dati presentati da Anbi Emilia Romagna, Uncem e dai tre Assessori Regionali che hanno competenza diretta e indiretta sulla gestione della Montagna Lori, Priolo e Mammi assumono  grande rilevanza collettiva alla luce del traguardo raggiunto dai Consorzi di bonifica che hanno realizzato 1000 interventi impiegando, nell’anno dell’emergenza causata dal virus Covid risorse, uomini, mezzi e competenze per la salvaguardia e lo sviluppo di questa rilevante parte di territorio regionale”. “Oggi i nostri agricoltori - ha proseguito Allaria Olivieri – dimostrano di
essere uno dei pochi veri traini economici per consentire alle popolazioni di stare in montagna, ma anche di tornare in montagna. La produzione di cibo di alta qualità associato a un’enogastronomia di eccellenza, alla tutela del territorio e del paesaggio che consente una rinnovata e importante fruizione turistica ma anche la prevenzione del dissesto idrogeologico sono elementi ulteriori di un’attività che dimostra la sua vitalità e consente ad altri di ‘intraprendere’ in montagna”. “Gli agricoltori di montagna sono centrali nel disegno europeo legato al Next Generation UE e al piano di adattamento e contrasto ai cambiamenti climatici”, ha concluso Allaria Olivieri.

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