Occupazione femminile: "Nel 2021 a Parma assunte meno di mille donne e oltre tremila uomini"
Angela Calò, segretario generale aggiunto di Cisl Parma e Piacenza: "Il gap è evidente e per questo proponiamo, tra l’altro, una serie di azioni per colmare le differenze”
Pari lavoro, pari stipendio, pari dignità. La Cisl Emilia-Romagna, in occasione della Giornata Internazionale della donna del 2022, ha posto l’attenzione al tema della disparità salariale con la realizzazione di un manifesto informativo e di azione unitario, rivolto a lavoratrici e lavoratori, delegate e delegate, operatrici e operatori sindacali.
Commentando i dati statistici emersi da un recente focus, che ha analizzato i numeri elaborati da Cisl Er su dati previsionali Excelsior, il segretario generale aggiunto di Cisl Parma e Piacenza Angela Calò rileva che nonostante l’Emilia-Romagna abbia indici femminili migliori rispetto alla media italiana, permangono significative disparità di genere: “Nel 2021 le assunzioni a tempo indeterminato di personale femminile sul territorio di Parma sono state 980 a fronte delle 3160 del personale maschile, che significa il 24% contro il 76%. Il gap è evidente e per questo Cisl propone, tra l’altro, una serie di azioni per colmare le differenze”
Tra queste la necessità di intervenire prima dell’ingresso nel mercato del lavoro con progetti per avvicinare le ragazze al digitale e alle materie Stem e colmare il deficit di competenze che si riscontra sul mercato del lavoro in questi ambiti, legati alle professionalità emergenti. “Il lavoro cosiddetto “manuale” – spiega Calò - è importante ma bisogna investire sulla formazione di qualità e preparare così le professionalità indirizzate all’uso delle tecnologie più avanzate”
Un altro punto importante riguarda il Welfare aziendale da incentivare e ampliare in modo da incidere positivamente sull’impiego femminile e sul bilanciamento vita-lavoro: “Garantire la trasparenza delle aziende in termini di retribuzioni e percorsi di carriera, anche attraverso le disposizioni della recente legge sulla parità retributiva – conclude il segretario generale aggiunto - per poter agire sul gender pay gap e sul cosiddetto ‘tetto di cristallo’, costituito dall’insieme di barriere sociali, culturali e psicologiche che si frappone come un ostacolo insormontabile, ma all'apparenza invisibile, al conseguimento della parità dei diritti e alla concreta possibilità di fare carriera nel campo del lavoro per categorie storicamente soggette a discriminazioni.”