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Economia

Olio, Coldiretti: 'Grave errore togliere la data di scadenza' 

Di fatto è stata approvata una norma che favorisce lo smaltimento di olio vecchio e – spiega Coldiretti Emilia Romagna – fa invece venir meno una importante misura di salvaguardia per il consumatore

Togliere la data di scadenza dell’olio di oliva per favorire lo smaltimento delle vecchie scorte a danno dei consumatori è un errore che mette a rischio la qualità dell’offerta in Italia. E’ quanto afferma il presidente di Coldiretti Emilia Romagna nel commentare l’esito delle votazioni della Commissione politiche dell’Unione Europea del Senato che ha esaminato la Legge europea 2015 diretta a modificare l’articolo 7 della legge n. 9 del 2013 nella parte in cui prevede un termine minimo di conservazione non superiore ai diciotto mesi per l’olio di oliva. Di fatto è stata approvata una norma che favorisce lo smaltimento di olio vecchio e – spiega Coldiretti Emilia Romagna – fa invece venir meno una importante misura di salvaguardia per il consumatore, poiché numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l’olio di oliva modifica le proprie caratteristiche. Con l’invecchiamento – precisa Coldiretti regionale – l’olio  comincia a perdere progressivamente tutte quelle qualità organolettiche che lo caratterizzano (polifenoli, antiossidanti, vitamine) e che sono alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute in quanto rallentano i processi degenerativi dell’organismo. Con il recepimento delle indicazioni comunitarie – spiega ancora Coldiretti Emilia Romagna – la data di scadenza non sarà più di 18 mesi, ma potrà essere decisa liberamente dagli stessi imbottigliatori, il che equivale di fatto a cancellarla, poiché ognuno potrà metterla in base ai propri interessi commerciali ed è evidente il rischio che in molti ne approfitteranno per smaltire l’olio vecchio.

Secondo i dati Coldiretti la coltura dell’olivo si sviluppa, in Emilia-Romagna, su una superficie complessiva di 5.000 ettari ripartita per il 56% in provincia di Rimini, il 30% in provincia di Forlì-Cesena, il 13% in provincia di Ravenna e l’1% in provincia di Bologna. Le aree geografiche più importanti per la coltivazione dell’olivo in Regione sono: le valli dei fiumi Marecchia, Marano e Conca in provincia di Rimini, le valli del Rubicone, del Savio, del Bidente e del Montone in provincia di Forlì-Cesena e le valli del Senio e del Lamone in provincia di Ravenna.  Il numero complessivo di piante di olivo presenti in Regione è pari a circa 1.100.000 unità. Il potenziale produttivo che la coltura dell’olivo attualmente è in grado di esprimere in Emilia Romagna è di circa 60.000 quintali di olive e 10.000 quintali di olio. Le olive vengono trasformate in ottimo olio extra vergine da 32 frantoi dislocati nelle principali zone olivicole della regione e viene prodotto da circa 3.000 aziende, organizzate dall’Arpo, l’associazione regionale dei produttori olivicoli.

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