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Piano Urbanistico Generale: a disegnare la città futura contribuisce anche il sindacato

Matteo Rampini, CGIL Parma: "Il modello partecipativo è la strada"

I tavoli tematici organizzati dall’Amministrazione comunale di Parma nell’ambito della definizione di quello che sarà il PUG (Piano Urbanistico Generale), che disegnerà il futuro della nostra città, hanno visto la partecipazione, tra gli altri, anche della CGIL territoriale. 

"Si è trattato - è il commento di Matteo Rampini, della segreteria confederale - di un’interessante occasione di confronto con esperti, stakeholders, rappresentanti di enti e associazioni, assessori e consiglieri comunali sulla visione della città, su come Parma dovrà essere, a cui abbiamo aderito con piacere".

"Ciascuno dei partecipanti ha dato il suo contributo, chi attraverso spunti, idee, chi mettendo in luce criticità del passato ma anche attuali, chi soffermandosi maggiormente a delineare gli obiettivi. Da parte nostra abbiamo espresso un’idea di città futura che sia inclusiva, che affronti i problemi di sicurezza e di degrado concentrandosi sulle cause che sono all’origine di tali fenomeni, la povertà diffusa, la difficoltà di trovare alloggio per diverse tipologie di cittadini, studenti compresi, che offra spazi aperti e chiusi di socialità. Una città bella esteticamente, con tanti spazi verdi e attenta alla sostenibilità ambientale ma anche viva, partecipata e vissuta".

"Viste le nostre competenze abbiamo posto l’attenzione in particolare sui nuovi insediamenti logistici e produttivi che graveranno su una zona della città, quella a Nord, già densa di tali strutture e che rischia, se non adeguatamente accompagnata da investimenti, di caratterizzarsi come area insicura e priva di servizi essenziali sia per chi ci vive attorno ma soprattutto per chi ci lavora, oltre ad avere conseguenze pesanti su una viabilità già critica".

"Abbiamo infine evidenziato problematiche distinte per le diverse aree urbane, centro storico e periferie. Per il primo c’è un enorme problema di desertificazione commerciale, c’è un aumento considerevole di locali sfitti e vuoti anche in vie prestigiose della città. In periferia, dove abitano nuclei famigliari a reddito medio basso e dove c’è un’alta concentrazione di cittadini stranieri e anziani, c’è un disagio diffuso tra queste fasce di popolazione".

"Abbiamo molto apprezzato - conclude Rampini - questo metodo partecipativo anche perché la città è di tutti e chi si trova a definirne lo sviluppo non può che trarre giovamento dai suggerimenti di chi, anche con visioni diverse, vi opera quotidianamente e può fattivamente contribuire a una Parma migliore".

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