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Jbt, venti lavoratori a rischio: martedì 15 presidio all'Unione Industriali

Sciopero di quattro ore che va ad aggiungersi alla mobilitazione del 31 gennaio scorso indetta per protestare contro la riduzione degli addetti annunciata dall'azienda e l'esternalizzazione del reparto magazzino

I lavoratori della John Bean Technologies incroceranno le braccia per quattro ore nel pomeriggio di martedì 15 febbraio. Come annunciato lo scorso 31 gennaio, la mobilitazione va a completare lo sciopero di otto ore proclamato dai sindacati per protestare contro la decisione dell'azienda di voler ridurre ulteriormente il numero degli addetti della sede di Parma tramite il blocco del turn over, mediante le sinergie con altre società estere e con l’esternalizzazione del reparto magazzino. A rischio una ventina di lavoratori, circa il 25% del totale, che potrebbero vedere non confermati i loro contratti a termine. Il presidio si svolgerà dinanzi la sede dell'Unione Parmense Industriali, in Strada al Ponte Caprazucca, dove nel pomeriggio è previsto l'incontro tra i dirigenti dell'azienda e le delegazioni sindacali.

Sulla vicenda abbiamo sentito Francesco Samuele, membro della segreteria Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Parma, Responsabile Lavoro, Welfare ed Economia. "In occasione del presidio di martedì pomeriggio - dichiara Samuele - stiamo organizzando un picchetto di solidarietà per sostenere i lavoratori della Jbt. E non vi saranno solo esponenti del partito, ma altre categorie, ugualmente colpite dalla crisi, quali insegnanti e studenti".

A livello regionale, il Capogruppo della Federazione della Sinistra presso l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Roberto Sconciaforni, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta per chiedere quali misure l'esecutivo dell’Emilia-Romagna intenda assumere per garantire ai lavoratori della John Bean Technologies di Parma il diritto alla continuità occupazionale nel territorio nel quale vivono con le loro famiglie.

Intanto durante il consiglio comunale di ieri, il consigliere Giuseppe Massari del Pd ha letto la seguente dichiarazione:

"Questa mia comunicazione è volta a porre l’attenzione del consiglio su una questione che riguarda  il futuro di una azienda e quindi anche dei suoi lavoratori che opera sul nostro territorio da oltre 50 anni. Mi riferisco alla società John Bean Technologies già FMC  di via Mantova azienda del settore impiantistico alimentare, che non più tardi di 20 giorni orsono ha annunciato ai lavoratori, al sindacato la volontà di ridurre il numero di addetti della sede di Parma.

Questo obbiettivo sarebbe raggiungibile attraverso il blocco del turn-over,con “sinergie” con altre sedi estere e con l’esternalizzazione dei servizi di logistica, segnatamente il magazzino. Tale orientamento è stato assunto nonostante l'azienda negli ultimi 5 anni abbia già fatto ricorso a due procedure di mobilità, che hanno coinvolto una ventina di lavoratori, e alla cassa integrazione ordinaria, fatta negli ultimi mesi del 2010.
Il 31 gennaio i lavoratori di JBT hanno scioperando contro questa decisione e presidiando i cancelli dell'azienda. Pensiamo che questa scelta, oltre a danneggiare i livelli occupazionali del nostro territorio, già duramente colpiti durante questa crisi, vada ad impoverire il tessuto produttivo di Parma e meriti, quindi, un interessamento dell'Amministrazione Comunale.

Io ed il consigliere Caselli abbiamo solidarizzato con i lavoratori nei giorni scorsi ed oggi chiedo all’amministrazione di Parma di porre in atto una strategia dell’attenzione nei confronti di questa vertenza individuando nei connotati della stessa tutti i rischi a cui siamo esposti, ovvero all’impoverimento produttivo del nostro territorio, alla depauperizzazione delle risorse umane detentrici di grande sapere ed esperienza collettiva
Sul l’altare di una globalizzazione che distrugge posti di lavoro e diritti collettivi ed individuali".

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