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Al via la 22esima edizione del Festival Verdi tra fischi e applausi

Uno striscione affisso al muro del teatro: "Giù le mani dal Regio". Si apre con 'La forza del destino'

E' stato il coro del Teatro comunale di Bologna ad aprire il Festival Verdi 2022. Una novità che ha provocato la reazione di diverse forze politiche, oltre che quella degli esponenti del coro tradizionale del Teatro Regio. Prima dell'inizio della kermesse lirica è stato affisso su un muro del Teatro uno striscione con scritto "Giù le mani dal Regio", in riferimento proprio alla scelta di cambiare rispetto alla tradizione. Sono stati distribuiti dei volantini all'ingresso. Durante 'La forza del destino', diretta da Roberto Abbado - l'opera con la quale è stata inaugurata la 22esima edizione del Festival l'ultima con a capo della direzione artistica Anna Maria Meo - non è mancato qualche fischio oltre a qualche coro di dissenso. I biglietti sono andati tutti esauriti, come nell'era pre covid: spettatori da ogni parte del mondo, persino dall'Australia per assistere alla prima assoluta del Festival che ha suscitato qualche polemica proprio per la scelta del coro del Teatro comunale di Bologna.

"Una scelta contro ogni logica artistica, professionale e territoriale. Uno smacco per la città e il suo Teatro - ha scritto in una nota Laura Cavandoli, capogruppo Lega in Consiglio comunale a Parma e deputata, candidata alla Camera dei Deputati nel Collegio Uninominale di Parma. Speriamo che sia l’ultimo atto, prima che cali il sipario su un decennio di amministrazione che ha deciso la soppressione dell’Orchestra e la marginalizzazione del Coro del Teatro, in cui abbiamo assistito a ripetuti segnali di invadenza del Comunale di Bologna, a contenziosi con lo Stato che fanno temere per l’erogazione di contributi necessari alla sopravvivenza del Teatro e all’uso ideologico delle opere e dell’immagine di Giuseppe Verdi usate per fare propaganda anti-sovranista, contro le famiglie, pro-immigrazione e gender. Fino ad arrivare all’immagine del Maestro  in versione transgender raffigurato sui manifesti con seno e indumenti femminili.

Non solo i loggionisti e i melomani, ma tutta la città si aspetta che si apra una stagione tutta nuova in cui il Teatro e la figura del Maestro Verdi tornino ad essere considerati un patrimonio culturale condiviso della città, in cui le maestranze e le realtà artistiche del Teatro siano valorizzate, in cui sia difesa l’autonomia del Regio da invadenze esterne. 

La Lega in Consiglio comunale e in Parlamento continuerà come sempre a battersi in difesa dell’identità, dell’autonomia, delle maestranze del Teatro Regio e delle realtà artistiche cittadine e per la conclusione dell’iter perché il nostro Teatro diventi Monumento Nazionale".

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