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Capossela e le sue "Ombre": spettacolo al Regio

Il teatro diventa una selva e uno specchio. Tutto esaurito per l'artista irpino che racconta di 28 anni fa, quando Parma lo ha adottato...

Dire che si è trattato di un concerto è alquanto superfluo: quello andato in scena martedì sera al Teatro Regio è stato un vero e proprio spettacolo, un grande gioco di luci o per meglio dire "Ombre" orchestrato da Vinicolo Capossela che ha reso il Teatro prima una selva e poi uno specchio, dove le ombre del cantautore si riflettevano creando un effetto scenico originale e toccante, come i suoi testi.

Il concerto ha avuto un lungo susseguirsi di storie tra vecchi e nuovi successi e il Teatro pieno ha saputo apprezzare e partecipare alle vicende del protagonista ,che dopo tre ore estenuanti è ritornato sul palco per uno speciale omaggio a Parma dove 28 anni fa, in una desolata cantina di Borgo Bernabei, ha appoggiato per la prima volta le mani su un pianoforte incidendo il suo primo brano.

Figlio della nostra città, Vinicio ha ricordato lo splendore degli anni che furono e che gli hanno permesso di diventare quello che è adesso. Nel bene e nel male, uno stimato cantautore e un artista di calibro, esponente di spicco della canzone italiana. Il giusto tributo di un teatro come il Regio lo consacra allontanantolo da rappresentante delle tradizioni popolari, mai abbandonate, e lo rilancia dal punto di vista anche della qualità. Ospite d'onore della serata è stato Franco Biondini cantautore e chitarrista parmigiano che ha accompagnato, in numerose nottate emiliane, il successo dell'ormai ben noto cantate irpino. Che non dimentica le sue origini.

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