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Abbado fa rivivere la grande musica nel teatro capolavoro del Barocco

Dopo quasi tre secoli infatti il teatro Farnese di Parma è tornato ad ospitare la grande musica ed il grande pubblico sulla splendida gradinata lignea fino a ieri chiusa per motivi di sicurezza

Augusta magnificentia' c'é scritto lassù, sopra il palco su due colonne ciclopiche in legno. Lo scrisse Ranuccio Farnese, duca di Parma e Piacenza, per celebrare nel 1628 l'inaugurazione del suo teatro, il più grande ed il più bello dell'arte barocca. Ieri sera la 'magnificentia' era dieci metri più in basso, nella bacchetta del maestro Claudio Abbado e negli strumenti dell'Orchestra Mozart.

Loro hanno regalato a 1500 fortunati uno spettacolo letteralmente irripetibile. Dopo quasi tre secoli infatti il teatro Farnese di Parma è tornato ad ospitare la grande musica ed il grande pubblico sulla splendida gradinata lignea fino a ieri chiusa per motivi di sicurezza. Con uno sforzo straordinario degli organizzatori (Fondazione Teatro Regio, Direzione regionale per i beni culturali dell'Emilia-Romagna e Soprintendenza per il patrimonio artistico di Parma e Piacenza in primis), e con eccezionali misure di sicurezza, il sogno del maestro Abbado si è potuto avverare con un concerto che resterà nella storia della musica e, perché no, dell'architettura.

Abbado, che a Parma ha insegnato negli anni '60 al Conservatorio 'Arrigo Boitò, non aveva mai nascosto di voler dirigere proprio qui, fra le strutture lignee del teatro progettato da Giovanni Battista Aleotti. Lo ha ripetuto per anni, quasi ogni giorno, a Mauro Meli, oggi soprintendente del teatro Regio di Parma, e finalmente ce l'ha fatta. Con lui l'orchestra Mozart, nata nel 2004, modellata in questi anni dallo stesso Abbado e diventata fucina di giovani talenti.

Giovani, e bravi, come i due solisti della serata, l'oboista Lucas Macias Navarro e la violinista Isabelle Faust, che hanno incantato l'uno nel concerto per oboe e orchestra in do maggiore k314 di Mozart e l'altra, ancora dal genio salisburghese, nel concerto n.5 per violino e orchestra in la maggiore k219. Ad aprire la serata era stata però la sinfonia n.35 in re maggiore k385 'Haffner' sempre di Mozart per una scaletta rigorosamente classica, in onore anche dello spazio che la ospitava. Il primo bis, proprio per esaltare le doti dei due solisti, è stato il concerto per violino e oboe Bwv 1060 di Bach, poi la forza della musica è risuonata fra le colonne di legno del teatro quando è iniziata la 'Pastorale' di Beethoven.

Un crescendo di emozioni che è esploso con il secondo bis, una marcia di Mozart che ha chiuso lo spettacolo con il pubblico in piedi, anche sulle ripidissime gradinate, per oltre dieci minuti di applausi. L'esperimento insomma è riuscito. Il Farnese ha superato brillantemente la sua seconda inaugurazione, dopo secoli di oblio, oscurato negli anni dall'altro teatro di Parma, il Regio di Maria Luigia d'Austria. E ironia della sorte, alla Duchessa é toccato essere questa sera quinta scenica del foyer (ricavato per l'occasione nella sale della Galleria Nazionale di Parma) con una statua di Antonio Canova. Ranuccio Farnese si è vendicato, anche se ora già si sogna per il suo teatro il bis, magari per il prossimo Festival Verdi.

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