6 febbraio: Il premio Ubu Mario Perrotta fa rivivere al Teatro al Parco il pittore naif Antonio Ligabue
Il premio Ubu Mario Perrotta fa rivivere a teatro il pittore naif Antonio Ligabue
Il 6 febbraio al Teatro al Parco «Un bès – Antonio Ligabue», ritratto dell’artista di Gualtieri che acquistò fama con i suoi quadri ma restò escluso dalla società
Con questo spettacolo nel 2013 ha vinto il Premio Ubu, l’Oscar del teatro italiano, come miglior attore protagonista. Ora «Un bès - Antonio Ligabue», magistrale prova d’attore e autore con cui Mario Perrotta, nome di rango della scena italiana, ridà vita al grande pittore naif, arriva al Teatro al Parco di Parma ospite della rassegna del Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti «Serata al Parco – Proposte di teatro contemporaneo» (6 febbraio ore 21, biglietti 14/12 in vendita alle librerie Feltrinelli di Via Farini e del Barilla Center, online sul sito www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole, infotel. 0521 989430).
Prima tappa di un progetto su Ligabue, lo spettacolo prodotto dal Teatro dell’Argine parte dall'infanzia del pittore in Svizzera, dall'abbandono da parte della madre naturale, e racconta il terribile isolamento che lo condannò a una vita randagia che ebbe il Po e i suoi argini come struggente scenario. A Gualtieri lo chiamavano «al matt». Ed è nel paese e nelle campagne della bassa reggiana che avviene la scoperta della pittura, in un rapporto di comunione quasi fisica con la natura. Quinte mobili svelano grandi fogli di carta sui quali Perrotta disegna, accompagnando la narrazione, un paesaggio di montagna, delle mucche, un accenno di volto.
Per avvicinarsi il più possibile all’anima di Ligabue l’attore pugliese ha creato una particolare lingua, un emiliano sincopato e sconnesso screziato di tedesco, che traduce con commovente potenza la brutalità dell’esclusione che la società impone al «disturbato», al «non conforme». Una marginalizzazione che trova nel titolo dello spettacolo il simbolo più straziante. Un «bès» era infatti l’invocazione urlata con cui Ligabue implorava dalle donne un gesto d’amore, ed è la chiave da cui Perrotta è partito. «Questo m'interessa oggi di Antonio Ligabue», racconta. «La sua solitudine, il suo stare al margine, anzi, oltre il margine - oltre il confine - là dove un bacio è un sogno, un'implorare senza risposte che dura da tutta una vita. Volevo avere a che fare con l'uomo Antonio Ligabue, con il Toni, lo scemo del paese. Mi attrae e mi spiazza la coscienza che aveva di essere un rifiuto dell'umanità e, al contempo, un artista, perché questo doppio sentire gli lacerava l'anima: l'artista sapeva di meritarlo un bacio, ma il pazzo, intanto, lo elemosinava». Dopo lo spettacolo Perrotta incontra il pubblico, conduce il critico d’arte Sergio Negri. Dal 22 al 27 maggio andrà in scena a Gualtieri «Il paese e il fiume – Gualtieri», capitolo conclusivo itinerante del prtogetto «Ligabue». E’ possibile partecipare, con partenza inautobus dal Teatro al Parco, prenotando al numero 0521 992044.