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Inaugurato il City of Gastronomy Festival

Due giorni di cooking show e dibattiti con ricette da Brasile, Turchia, Giappone, Macao Norvegia e Spagna. Fra gli chef ospiti anche Riccardo Monco, Isabella Potì, Chef Rubio e Andrea Larossa

Si può pranzare con le golosità del Brasile o della Spagna e cenare giapponese? Feijoada, tapas o sushi? I piatti forti di Macao sono più cinesi o risentono del gusto portoghese? E in Norvegia si mangiano solo salmone e aringhe? Sarà davvero così gustosa la cucina turca?

Domande che richiederebbero lunghi viaggi per trovare la risposta. A Parma, invece, il 2 e 3 giugno il giro del mondo dura solo 48 ore e pochi passi con la prima
edizione del City of Gastronomy Festival che vede istituzioni locali e regionali, importanti associazioni e fondazioni del territorio, lavorare compatte accanto ai grandi brand agroalimentari e ai consorzi di tutela del parmense, in una cabina di regia pubblico-privato dove, come in cucina, l’importante è l’amalgama degli
ingredienti. “La gastronomia – spiega Cristiano Casa, assessore a Turismo e Commercio del Comune di Parma – è da sempre un’esperienza, ma anche l’espressione della creatività di un territorio: in questa prima edizione del festival vogliamo far parlare i prodotti dei territori, metterli in connessione e creare contaminazioni”.

DAL DUCATO ALL’IMPERO DEL GUSTO TARGATO UNESCO
Da piazza Garibaldi, dove il cardo incrociava il decumano latino, a piazza Ghiaia, al cospetto del ponte romano e lungo quella millenaria via Emilia che ha già portato tante volte il Belpaese a spasso per il mondo, Parma torna capitale del gusto e fa sistema, chiamando a raccolta otto colleghe di gusto da sette Paesi della rete
delle città creative per la gastronomia UNESCO. Ci saranno chef di Paraty e Belem in Brasile, Macao in Cina, Bergen in Norvegia, Dénia in Spagna, Gaziantep in Turchia e Tsuruoka in Giappone, oltre che da Alba, l’altra “azzurra” targata UNESCO: le città, protagoniste in Ghiaia con i loro stand, presentano le loro cucine e i loro chef durante
il cooking show, in cui creeranno un racconto del proprio Paese ai fornelli, con tasting e demo d’autore che si avvicenderanno in un blend di saperi e sapori.

MADE IN ITALY E PARMA QUALITY RESTAURANTS
E il Belpaese? Non starà a guardare: se è vero che Parma è stata la prima italiana a entrare nel network delle Cities of Gastonomy, la città ducale non dimentica di essere la capitale della Food Valley e sa che la chiave del successo viaggia su due binari: “Custodire le tradizioni e al contempo avere la curiosità di aprirsi al mondo”, spiegano gli organizzatori.

E allora ecco la risposta tutta made in Italy al gruppo di chef UNESCO: saranno dieci chef italiani, di cui 5 stellati il contraltare di questa singolar tenzone di sapori. Coordinati da tre chef parmensi – Enrico Bergonzi, Davide Censi e Terry Giacomello – arriveranno a Parma Umberto De Martino dello stellato bergamasco Florian Maison relais di San Paolo D’Argon, Enrico Gerli, una stella a I castagni di Vigevano, Umberto Gorizia, chef consultant a Lindenberg, Giancarlo Polito della Locanda del Capitano di Montone, gli altri stellati Fabio Groppi dal Dolomieu di Madonna di Campiglio, Giuseppe Stanzione da Le Trabe di Paestum e Marco Visciola da Il Marin all’Eataly di Genova.

SE PARMA HA CINQUE “P”
A loro sono affidati i fornelli di altrettanti ristoranti pop up che, a pranzo e cena, sforneranno proposte tutte tricolore. Con un unico comune requisito: che nei loro piatti e nelle loro interpretazioni trovi posto almeno un ingrediente parmense. Et voilà, il pranzo è servito. L’idea è venuta al consorzio Parma Quality Restaurants, in
collaborazione con Chic - Charming Italian Chef che firma la regia degli eventi culinari: “Abbiamo chiesto agli chef stranieri – spiega Enrico Bergonzi, presidente di
PQR e chef di Al Vedel di Colorno - di esprimersi liberamente e di raccontarci i loro sapori. Agli italiani, invece, abbiamo richiesto di reinterpretare Parma a partire da uno
dei grandi prodotti del nostro territorio. Questa è anche la sfida del nostro consorzio: certificare la cucina italiana nel mondo”.

Mari o monti, pianura e città, per tutti Parma si scrive con le sue tradizionali “cinque P”: prosciutto, parmigiano reggiano, pasta, pomodoro e pesce, quello delle conserve
ittiche che è fra i cult del territorio. Fra le proposte, quindi, spazio al guacamole al parmigiano che accompagna un secreto di suino iberico, oppure gazpacho di pomodoro con tortiglione fritto e gelato al parmigiano. Il ceviche? Mediterraneo e firmato con acciughe lavorate sul territorio. Il prosciutto? Finisce in polvere su un riso al salto.

LA CUCINA FRA RACCONTO, DEGUSTAZIONE E CREATIVITÀ
Cuochi stellati a garanzia del saper fare italiano, curiosità esotiche dalla rete creativa UNESCO, ma il primo City of Gastronomy Festival non è solo cibo cucinato e
assaggiato, ma anche raccontato. Una serie di incontri, tra il Palazzo del Governatore e il Salotto allestito in piazza Garibaldi, in cui ascoltare e approfondire i grandi temi che sottendono la riflessione sul cibo: la sostenibilità della produzione, la creatività e la scienza, la comunicazione; insomma presente e costruzione del futuro. Protagonisti, chef, studiosi, esperti: mille punti di vista per conoscere e scoprire, con un occhio alla cucina e l’altro al mondo.

Quattro i temi delle due giornate: si parlerà di ritorno alla terra, sfide della cucina italiana, innovazione e linguaggi del cibo. Quattro momenti, tra Governatore e
Salotto, con ospiti da tutta Italia. L’agricoltura, che è sempre più al centro dello sviluppo del Paese, viene affrontato in apertura di Festival e nei due luoghi sono gli esperti (Cinzia Scaffidi di Slow Food Italia, Patrizia Alberti della Regione Emilia-Romagna, Mario Marini di Confagricoltura Parma, Bruno Ruffini e Laura Torresin di Alma, Filippo Arfini dell’Università di Parma, moderati di Marco Ferrazzoli del CNR). Nel Salotto invece la voce va a chi la terra la coltiva e ne trae il suo prodotto: il pomodoro sostenibile di Mutti, con Ugo Peruch; i meloni di Francesca Nadalini, dell’Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta; l’esperienza tutta parmigiana dell’Azienda Agraria
Sperimentale Stuard.

Al sabato pomeriggio, al Governatore, la cucina italiana nelle parole di Paolo Lopriore, chef de Il portico di Appiano Gentile e membro del comitato scientifico di ALMA, nonché protagonista dell’incontro, organizzato da ALMA: “L’Italia è un insieme di cucine regionali che muovono, come accade a Parma, da prodotti eccellenti:
confrontarsi col diverso, il lontano, l’”altro” serve a crescere e a meglio tutelare le proprie eccellenze”. A parlarne con lui Paolo Marchi di Identità Golose, in un dialogo
con: Riccardo Monco, tre stelle all’Enoteca Pinchiorri di Firenze, Isabella Potì, pastry chef del Bros di Lecce, Masaki Kuroda del Serendepico di Capannori, Cristina Conti, maitre del Parizzi Ristorante di Parma, e Luca Govoni docente di Alma. A moderare sarà Fernanda Roggero.

Al Salotto, altre voci: Filippo Sinisgalli (Il Palato italiano) e Fabiana Scarica (vincitrice di Top Chef 2017), entrambi diplomati Alma; il progetto di promozione del cibo italiano con finalità sociali di Helpcode; e poi “Ciacco”, Stefano Guizzetti, gelataio, creativo, con tre coni Gambero Rosso; Mario Marini e Massimo Spigaroli, cucina di montagna e cucina di pianura, due generazioni a confronto; a chiudere Parma Quality Restaurants, con Mariano Chiarelli, dei Du’ Matt, a raccontare un’esperienza associativa di successo.

La domenica apre con l’innovazione: tecnologia e nuovi sapori, per costruire la cucina del futuro. Al Governatore, la riflessione e i progetti (con Davide Cassi dell’Università
di Parma, il critico Andrea Grignaffini, Alessia Mosca di Wood*ing); al Salotto i protagonisti (Parmalat e il latte senza lattosio, Barilla con la pasta 3D, Coppini Arte

Olearia e la tradizione d’innovazione, ITS Tech&Food e la sperimentazione alimentare). E si chiude con i linguaggi del cibo, che ormai sembrano invadere ogni spazio, ma che hanno vie e canali sempre nuovi. Al Governatore le voci di Chef Rubio (Unti e bisunti), Tinto (Decanter), Gianni Revello (Passione Gourmet) e Valentina Scarnecchia (Il piatto forte) per un racconto tra TV, radio, web: le parole che ritornano, i gusti che cambiano. Nel Salotto la comunicazione delle aziende, Parmalat e Mutti, e la comunicazione televisiva (Tinto) e in musica (Mario Biondi): linguaggi diversi, sapori comuni.

UN EVENTO CORALE
Il City of Gastronomy Festival è organizzato dall’associazione Parma Taste of Future ed è patrocinato dal World Food Programme Italia e da MiBact con le iniziative
legate al 2018 – Anno del Cibo. Il festival è realizzato con il contributo di Comune di Parma, Fondazione Parma Unesco Creative City of Gastronomy, Fondazione
Monte Parma, Fondazione Cariparma, Camera di Commercio e dell’Apt per conto della Regione Emilia-Romagna. Sono main sponsor Barilla, Consorzio del Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Azienda Olearia Coppini, Mutti, Rodolfi, Parmalat, Alma – La Scuola Internazionale di Cucina. Sono partner dell’iniziativa Coppa di Parma e Salame Felino, Conad, Credit Suisse ed Iren, Trenitalia (official carrier) e Star Hotel Du Parc Parma, mentre la curatela gastronomica è affidata a Parma Quality Restaurants, Chic - Charming Italian Chef, Consorzio dei colli di Parma per la tutela dei vini DOP e Culatello di Zibello.

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