La cina e l'opera. concerto all'auditorium paganini.
NCPA di Pechino e LA VERDI
presentano il concerto
LA CINA E L'OPERA
DOMENICA 27 settembre 2015 - ore 20:30
Auditorium Paganini di Parma
Un grande viaggio nel mondo dell'opera lirica a cavallo tra oriente ed occidente. Sarà questo il grande concerto "La Cina e l'opera" presentato in prima nazionale dal NCPA di Pechino (Centro Nazionale per le Arti Sceniche).
Per l'occasione i più bravi interpreti lirici cinesi ed il coro di Pechino si esibiranno in un concerto che prevede sia l'esecuzione delle più famose arie della tradizione lirica internazionale (Verdi, Donizetti, Puccini, Rossini…), sia una selezione delle più belle arie tratte dall'opera lirica cinese "Il Ragazzo del Risciò", in questi giorni in tournée in Italia.
"Il Ragazzo del Risciò" è una delle opere commissionate dal NCPA ai migliori compositori cinesi contemporanei ed è stata presentata, in prima mondiale e con grandissimo successo, nel contesto del "NCPA Opera Festival" nel giugno 2014.
"Il Ragazzo del Risciò" arriva per la prima volta in Europa con una tournée tutta italiana che oltre Parma toccherà le città di Torino (Teatro Regio), Milano (Auditorium di Milano), Genova (Teatro Carlo Felice) e Firenze (Teatro dell'Opera).
L'opera è tratta dal romanzo omonimo di Lao She, uno dei massimi rappresentanti della letteratura cinese moderna. Lao She, nella sua opera, esplora abilmente gli strumenti con i quali una società iniqua premia coloro che sono astuti e forti a scapito di chi invece è laborioso e privo di malizia. Il romanzo è considerato una pietra miliare della letteratura cinese del XX secolo e viene spesso interpretato come un atto d'accusa del vecchio regime. Ancora oggi esso è antologizzato nei libri di testo ed è ampiamente letto dalla popolazione.
La città di Pechino "sporca, bella, decadente, vivace, caotica…" è uno sfondo non casuale della narrazione e vibra di una vita che pare partecipare alle sofferenze degli umili: "L'unico amico che aveva era questa antica città." Il romanzo si riassume, in qualche misura, nel rapporto tra un tiratore di risciò (Xianzi) e il suo veicolo, con cui intrattiene un legame quasi viscerale: i due si muovono dentro un gigantesco affresco cupo e senza speranza. Il risciò è simbolo di anelata libertà ed è al contempo giogo crudele: il servo vuole affrancarsi dal proprio padrone ma, contemporaneamente, è in qualche modo vinto dall'oggetto del suo sogno, che si sposta sempre più lontano. Questo perché in una società dai rapporti così iniqui, ai miseri e deboli non è neanche consentito di sognare.