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Vasco Bendini, una monografia per celebrare i 90 anni del pittore

Presentato a Palazzo Bossi Bocchi un volume dedicato a Vasco Bendini, il grande artista bolognese protagonista dell’informale italiano, che vive e lavora a Parma da diversi anni

Venerdì 16 marzo è stato presentato a Palazzo Bossi Bocchi un volume dedicato a Vasco Bendini, il grande artista bolognese, protagonista dell’informale italiano, che vive e lavora a Parma da diversi anni. La pubblicazione, sostenuta dalla Fondazione Cariparma, è curata da Ivo Iori, preside della Facoltà di Architettura dell’università di Parma, e Flaminio Gualdoni, docente all’Accademia di Brera.

La monografia celebra i novant’anni del pittore, che ricorrono proprio quest’anno, presentando il percorso artistico di uno degli autori più significativi della seconda metà del Novecento, sino ai giorni nostri. Proprio al vissuto dell’artista e al suo personale rapporto con il lavoro creativo dà spazio la pubblicazione, che propone una storiografia posta strettamente a confronto con la visione critica dello stesso Bendini. I curatori spiegano che la monografia “vuole dare all’artista la possibilità di autoritrarsi, senza far prevalere le scelte tecniche dello studioso”. Queste motivazioni si riflettono anche sull’individuazione delle opere da pubblicare, selezionate attraverso un confronto diretto con il pittore, dando così spazio ai lavori ritenuti più significativi dal protagonista stesso. Proprio questi ultimi diventano una sorta di chiave di lettura dell’intero lavoro, definito dai curatori un “saggio per immagini letto attraverso la trasparenza del pensiero dell’artista”. L’impegno grafico di Luca Monica, ricercatore presso il Politecnico di Milano, impreziosisce l’intero volume, ed in particolare l’accurato apparato illustrativo, dandone una complessiva impressione di “prodotto artigianale”.

Vasco Bendini, al termine della presentazione della monografia, ha donato alla Fondazione Cariparma un’importante opera, un olio su tela dal titolo L’immagine accolta, realizzata dal Maestro nel 2009. Ha fornito poi un’interessante spiegazione sulla fruizione delle opere d’arte, un processo lento che necessita di tempo di osservazione, di attesa che l’immagine si sia formata e sia pronta ad essere colta. Lo stesso fa l’artista, paragonato ad una madre che partorisce il figlio: egli lascia crescere e maturare la sua creazione, finché il lavoro non è compiuto; apre, a quel punto, un dialogo con quell’immagine partorita, la interroga, si preoccupa, fino a quando non la comprende interamente. E’ questo il processo creativo che guida il lavoro di Bendini, un ricerca complessa che non nasce da un progetto a tavolino, ma ha origine nella dimensione interiore dell’artista, dove intervengono molteplici fattori culturali ed emozionali, che si intrecciano e si fondono con le esperienze della vita vissuta.

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