Parma, è un pieno di energia con l'abbraccio dei Deep Purple
Il Parco Ducale riscopre l'anima rock, diverse generazioni incantante dalla band nella data di apertura di Parma Cittadella Musica
I capelli grigi che spuntano da sotto la bandana di Roger Glover, 77 anni, tradiscono i segni del tempo, ma ci sono due cose che, a distanza di anni e generazioni sono rimaste quasi immutate. Il timbro della voce tonante e profonda di Ian Gillan e l'energia sprigionata in un'ora e mezza di concerto che ha abbracciato il pubblico del Parco Ducale dall'inizio fino alla fine: partecipazione e voglia di tornare indietro nel tempo per molti, per i più giovani il concerto dei Deep Purple ha significato cavalcare i racconti dei genitori, per ritrovarsi a dar loro ragione nello slogan ancora valido secondo cui iDeep Purple sono rimasti i Depp Purple nonostante migliaia di concerti e 102 dischi. Anche se sono cambiati alcuni degli interpreti. Ad esempio, dal 2022 il chitarrista è Simon McBride: non facile sostituire Ritchie Blackmore o Steve Morse. E sembra che il tastierista suoni con la band da sempre. Il momento di Don Airey, 75enne di Sunderland dal 2002 nella band, arriva più o meno a metà scaletta, quando in assolo intrattiene i 4.000 presenti con l'assolo di tastiera (keyboard solo) che tiene incollati gli occhi di tutti sugli schermi. E quando accarezza i tasti per suonare 'Nessun dorma', la folla si scatena nella prima data di Parma Cittadella Musica.
Perché serve per introdurre 'Perfect strangers' del 1984. In piedi ci sono 15enni, 20enni, 30enni, 40enni e 60enni. Generazioni a confronto che si sono rivisti nei testi senza tempo della band britannica che ha scritto la storia della musica su scena internazionale. Se ne accorgono tutti quando McBride comincia a pizzicare le corde evocando le note della colonna sonora del rock: Smooke on the water è sempre attuale e funziona ancora come uno specchio dentro al quale ognuno del pubblico può rivedersi mentre l'ha canticchiata almeno una volta, in quel ritornello cosmico che fa scattare in piedi, ancora e ancora, il Parco Ducale. Diventato, nel frattempo un tripudio di mani. Per qualcuno è la decima volta a un concerto dei Deep Purple, per altri la prima: ma la partecipazione e il coinvolgimento restano quelli di sempre. Una band che sa trasmettere quello che è stato anche a distanza di anni: se suonano i Deep Purple non può mai essere una Black Night.