Con "Scusate se non siamo morti in mare" di Emanuele Aldrovandi, al Teatro del Tempo il 17 e 18 marzo alle 21, la compagnia reggiana MaMiMò porta in scena un futuro non troppo lontano, in cui la crisi economica – che invece di finire si è aggravata – ha trasformato l'Europa in un continente di emigranti. I cittadini europei, alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore, cercano di raggiungere i paesi più "ricchi", ma devono farlo clandestinamente perché questi paesi, nel frattempo, hanno chiuso le frontiere. Fra i tanti mezzi per espatriare illegalmente uno dei più diffusi è il container: i clandestini salgono a bordo, pagano mille dollari alla partenza e mille all'arrivo, senza sapere dove verranno scaricati.

I personaggi di questa storia sono quattro e non hanno nome, sono identificati dalle loro caratteristiche fisiche: il Robusto, la Bella e l'Alto sono i tre migranti e il Morbido è il proprietario del container. Il testo è diviso in quattro parti. La prima è al porto in attesa della partenza, la seconda è il viaggio per mare dentro il container, la terza è in mezzo al mare dopo il naufragio dell'imbarcazione su cui viaggiavano e la quarta è un epilogo quasi onirico, forse un'allucinazione: l'arrivo delle balene. Partendo dal presente e immaginando un possibile futuro, il testo s'interroga sulla migrazione, sia come fenomeno politico che come evento naturale.

Per info: 340 3802940

"Scusate se non siamo morti in mare"

di Emanuele Aldrovandi
con Luz Beatriz Lattanzi, Marcello Mocchi, Matthieu Pastore e Daniele Pitari
regia di Pablo Solari
scene Maddalena Oriani, Davide Signorini
sound designer Alessandro Levrero
locandine Francesco Lampredi
produzione Ass. Centro Teatrale MaMiMò
in collaborazione con Arte Combustibile
in collaborazione con La Corte Ospitale - Residenza 2016
foto di Nicolò degli Incerti Tocci