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Difesa Attiva Appennino: 234 aziende della provincia hanno aderito al progetto

A quasi 4 anni dall’approvazione del progetto di prevenzione-antidissesto della Bonifica Parmense agricoltori, sindaci, vertici nazionali dei Consorzi, assessori regionali e rappresentanti di categoria si sono ritrovati oggi a Fornovo Taro (Pr) per rinnovare la validità degli interventi e investimenti in collaborazione con le imprese agricole del Parmense

Quindici sindaci dell’Appennino una decina di aziende agricole chiamate a raccontare la propria esperienza di salvaguardia ambientale e le istituzioni nazionali, regionali e locali ad ascoltare quello che il progetto Difesa Attiva Appennino ha portato concretamente al territorio provinciale a quasi quattro anni di attività dal suo battesimo. Ideato dal Consorzio di Bonifica Parmense per snellire e sburocratizzare le prassi di stanziamento dei fondi (per i piccoli ma decisivi interventi di prevenzione in montagna), l’innovativa pianificazione territoriale rappresenta oggi un modello operativo made in Parma di collaborazione reale e fattiva  tra imprenditori agricoli, privati ed enti chiamati a contribuire in modo eguale al fine comune della difesa del suolo e delle attività economiche che in esso insistono.

Giocata in anticipo come carta vincente contro il dilagare del fenomeno di dissesto idrogeologico la prevenzione capillare e mirata ha prodotto risultati tangibili per ben 234 aziende agricole che ora possono contare su uno strumento collaudato, via via migliorato e implementato (nei fondi investiti) per questa “esigenza-emergenza” diventata una strategia futura anche per evitare l’abbandono delle cosiddette “terre alte”.

“Senza le opere di manutenzione fatte dagli agricoltori – ha sottolineato il Delegato alla Viabilità della Provincia Giampaolo Serpagli – l’ Appennino non sopravvive e a questo va aggiunta l’attività di quei pochi enti rimasti a presidiare come il Consorzio di Bonifica che dispone di risorse e competenze mirate per poter intervenire prima che il danno causi emergenze ben più gravi e costose”.

Un ruolo, quello dei consorzi, rimarcato anche dal presidente nazionale dell’ANBI Francesco Vincenzi come vero e proprio anello di congiunzione proficua tra i cittadini e gli enti territoriali che hanno tempi più dilatati negli interventi specifici preventivi. L’essenziale ha continuato Vincenzi è che, come in questo caso, tutta venga fatto con risultati misurabili concretamente e non con la logica dello spot: credo che l’attività dell’Unità di Missione contro il Dissesto varata recentemente del Governo vada proprio in questa direzione. Simona Caselli Assessore Regionale all’Agricoltura – ha ribadito come nel PSR in via di approvazione definitiva in questi giorni saranno numerose le occasioni per cogliere diverse opportunità che uniscono fondi per ripristino e prevenzione e fondi per l’agricoltura in una visione comune. Infine Mauro Tonello - presidente regionale di Coldiretti Emilia Romagna- ha evidenziato come “il progetto Difesa Attiva sia un’opera di buon senso soprattutto in un momento come questo. Piccoli tasselli fanno un grande mosaico e ogni ente che ha a cuore le sorti del territorio dovrebbe usare la diligenza del buon padre di famiglia. Gli agricoltori con il progetto Difesa Attiva devono provvedere anche a fare personalmente lavori di ripristino, ma non si sono mai tirati indietro quando c’è un piano razionale e di lungo periodo”.

Gli organizzatori Luigi Spinazzi –presidente della Bonifica Parmense, il vicepresidente Giacomo Barbuti il direttore generale Meuccio Berselli hanno illustrato al centinaio di presenti i dati statistici dei singoli interventi sul territorio con la collaborazione di alcuni agricoltori scelti tra i protagonisti del progetto. L’incontro al Foro 2000, introdotto dal Sindaco di Fornovo Emanuela Grenti, è stato moderato dal giornalista Paolo Amadasi.

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