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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Legambiente: "Scempio di vegetazione nel torrente Cinghio"

"Gli interventi stiano avvenendo indiscriminatamente su tutto ciò che di legnoso si trovi lungo le sponde, in particolare sul canale Ariana, all’interno del Campus, con devastanti conseguenze paesaggistiche"

Ancora una volta ci troviamo a dover commentare con rammarico -si legge in una nota di Legambiente Parma - e rabbia l’ennesimo intervento di “pulizia a fini di sicurezza idraulica” trasformatosi in scempio. Difficile infatti definire in altro modo ciò che sta avvenendo in questi giorni lungo il torrente Cinghio, il canale Ariana ed alcuni affluenti minori. Ci troviamo nella zona sud della città, tra via Langhirano ed il Campus universitario: è qui che da alcuni giorni il Comune di Parma (entro l’anello della tangenziale) ed il Servizio Coordinamento Interventi Urgenti per la Sicurezza Territoriale e la Messa in Sicurezza della Protezione Civile (all’esterno della tangenziale) stanno intervenendo sulla vegetazione presente lungo i corsi d’acqua citati.

Nulla di strano se i tagli si limitassero alla vegetazione cresciuta in alveo, pericolante o morente, in grado di ostacolare il deflusso delle acque in caso di piena; ma, purtroppo, ancora una volta Legambiente deve constatare come gli interventi stiano avvenendo indiscriminatamente su tutto ciò che di legnoso si trovi lungo le sponde, in particolare sul canale Ariana, all’interno del Campus, con devastanti conseguenze paesaggistiche e funzionali. Infatti, oltre all’evidente peggioramento estetico della zona, il pressochè totale abbattimento della vegetazione (tra cui anche grandi olmi e aceri, specie autoctone e di pregio) avrà a medio termine molteplici effetti negativi: le sponde saranno molto più predisposte al crollo poiché non più sorrette dalle radici; verrà a mancare la fitodepurazione eseguita dagli apparati radicali delle piante; già a partire dalla prossima stagione primaverile cresceranno specie arbustive che ostruiranno il deflusso dell’acqua molto più di quelle arboree; si verrà a costituire un ecosistema idoneo all’insediamento della nutria, precedentemente esclusa dalla copertura arborea, che a sua volta minerà ulteriormente la stabilità delle sponde costruendo tane e gallerie sotterranee.

Inoltre, per fronteggiare i cambiamenti climatici in atto, e sempre più percepiti anche dalla popolazione, si dovrebbe porre grande attenzione verso la conservazione del patrimonio verde urbano e periurbano, una delle poche “armi” in grado di contrastare l’inquinamento dell’aria (in Pianura Padana il più elevato al mondo), di sequestrare gas serra e di mitigare le ondate di calore estive. Legambiente esprime inoltre la propria preoccupazione in merito alla trasparenza dell’azione. L’intervento, assai importante sotto molti aspetti (paesaggistico, ambientale, funzionale, economico) si sta svolgendo nel più assoluto silenzio da parte dell’Amministrazione Comunale: nessuna comunicazione, né preventiva, né successiva all’inizio dei lavori, ha raggiunto associazioni e cittadini, nemmeno quelli che vivono in prossimità dei lavori e che per primi ci hanno segnalato quanto stava accadendo. Nessun cartello avvisa di quanto in opera. Il Comune di Parma, purtroppo, conferma enormi limiti nella gestione del verde e negli aspetti comunicativi
ad essa collegati. In aggiunta risulta evidente il vuoto di competenze sui corsi d’acqua in oggetto, dove oggi intervengono due soggetti diversi, senza che si sappia quale ne abbia la responsabilità e senza che nessuno dei due possieda reali competenze di manutenzione ordinaria, quella che di fatto è mancata per decenni e, con tutta probabilità, verrà a mancare anche in futuro.

Questo tipo di interventi svolti “con il paraocchi”, privi di buon senso oltre che di elementari basi scientifiche, non solo si scontrano con le linee guida regionali per la gestione dei corsi d’acqua, che prevedono un approccio il più possibile conservativo della vegetazione spondale per i molteplici benefici derivanti, ma dimostrano un’assoluta mancanza di programmazione e visione a medio-lungo termine nella gestione degli ecosistemi naturali inseriti nel contesto urbano, andando così ad intaccare le capacità di risposta della città di fronte ai cambiamenti climatici ed ai sempre più frequenti eventi estremi conseguenti.

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