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il parmigiano brambilla argento ai mondiali di canottaggio: la sua storia

Brambilla il giorno dopo la finale dei mondiali di canottaggio di Varese, racconta la sua anche se breve carriera d'atleta dal rugby fino al canottaggio.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday Due chilometri. Una distanza minima, quasi ininfluente, che ognuno di noi ha percorso chissà quante volte. E chissà quanto velocemente. Eppure, quei 2000metri assumono tutto un altro significato se li percorri sull’acqua, remando, con lo sguardo rivolto a ciò che ti stai lasciando dietro, dando ogni briciolo di energia nel movimento delle gambe, delle spalle e del busto per far affondare quei remi nell’acqua e spingere la tua imbarcazione il più velocemente possibile verso il traguardo. E pensare che Maichol Brambilla quei 2 chilometri ha iniziato a correrli tardi: “Ho iniziato con il canottaggio a 13 anni – ci racconta Brambilla – ma ho sempre avuto una forte vocazione sportiva tant’è che in passato ho giocato per sette anni nel Rugby Colorno. Cinque anni fa gli ori olimpici Gianluca Farina e Simone Raineri vennero nella mia scuola per un incontro volto a promuovere il canottaggio e ci hanno invitato a provare con la Eridanea Casalmaggiore: fu amore a prima vista e lo stesso Farina mi disse che avevo la struttura di un ottimo canottiere. Chiaro che se un oro olimpico ti dice una cosa del genere sei anche galvanizzato ad andare avanti e, dopo sette mesi in ballo fra due sport, ho deciso di concentrarmi al 100% sulla scuola e sul canottaggio”. Trascorsi quattro anni in provincia di Cremona, ecco il passaggio alla Canottieri Varese che ha coccolato il suo nuovo talento nell’ultima stagione portandolo alle soglie del mondiale casalingo (l’ambientamento è avvenuto in fretta). Batteria ok, semifinale al top e giusta concentrazione per la finale. “Eravamo consapevoli del nostro valore – continua Brambilla – perché nelle regate precedenti eravamo andati molto bene e sapevamo di potercela giocare con tutti gli avversari. Siamo partiti bene restando in testa fino a metà gara, poi non so cosa sia successo ma un remo ha toccato qualcosa sott’acqua e abbiamo rallentato. Nel finale è stata una lotta pazzesca ma ci è mancato qualcosina per raggiungere l’oro. Siamo comunque felicissimi, anche se un pizzico di rammarico c’è ed è giusto che ci sia. Lavoreremo, e lavorerò, duramente per migliorare sempre più”. Dare tutto quindi non è bastato a Maichol Brambilla per conquistare la medaglia d’Oro ai Campionati del Mondo Under19 e Under23 nel quattro di coppia (insieme a Stefano Solano, Matteo Belgeri e Marco Gandola) perché l’equipaggio della Repubblica Ceca è arrivato 36 centesimi di secondo prima. Eppure, in quei due chilometri percorsi in 5’51’’53, il classe ’05 ha fatto vedere al mondo chi è e, negli anni a venire, il parmense avrà un futuro più che roseo (a tinte azzurre, ovviamente, e in lidi sempre più prestigiosi) davanti a sé. Resta la straordinaria gara disputata da un ragazzo d’oro (per quanto la medaglia sia di un altro, comunque prestigioso, colore) che, il giorno dopo, è ancora lì sulle sponde del Lago di Varese a guardare quell’acqua che è ormai diventata la sua ragione di vita. Quella stessa acqua che lo ha portato a lasciare il rugby per mettersi a vogare e arrivare a vincere un argento ai Mondiali Under19. Per un primo traguardo conquistato, mille altri da raggiungere. Brambilla ha già lo sguardo posto sui prossimi obiettivi, ma il primo passo all’indomani di una medaglia mondiale è guardarsi alle spalle e lasciarsi andare ai doverosi ringraziamenti: “Mi vengono subito in mente tre allenatori che mi hanno formato: Giovanni Bottoli, Andrea Germani e Lorenzo Spattini. Le basi le ho imparate con loro. La Canottieri Varese mi ha accolto a braccia aperte aiutandomi poi a crescere davvero tanto. Un grazie particolare va a Claudio Romagnoli e Paola Grizzetti che mi hanno fatto conoscere un nuovo modo di fare canottaggio, oltre a Pierpaolo Frattini che si è rivelato un prezioso amico e consigliere. Tutto il team, poi, è una grande famiglia e sono onorato di farne parte. Ultimo, ma non meno importante, voglio rivolgere un grazie particolare alla Parma Powerlifting Barbarians, la palestra dove Elisa Vinante e Riccardo Rollo mi seguono per la parte atletica e dove mi sono ripreso dopo l’infortunio di febbraio”. Quasi superfluo specificare che tra i ringraziamenti figurano ovviamente anche i familiari, sempre pronti a spingerlo con il loro tifo per farlo andare sempre più forte. Cosa che Maichol Brambilla continuerà a fare, migliorando giorno dopo giorno per percorrere quei due chilometri rosicchiando ben più di 36 centesimi, con la stessa umiltà e fame di vittoria che già a diciassette anni contraddistinguono un ragazzo d’oro che, intanto, si gode il suo argento.
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