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Parma, sei quinta per l'Export made in Italy

Secondo le stime di Confartigianato, la regione Emilia Romagna è sesta con un aumento del 2,7%

L'export made in Italy nei settori di micro e piccole imprese, può gongolare. E con lui la regione Emilia-Romagna che vede un aumento del +2,7%. Sesto posto tra le regioni italiane. I primi nove mesi del 2016 hanno visto le esportazioni nei settori a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese salire del 1,2%, ad un ritmo doppio rispetto alla media del manifatturiero (+0,6%). Si tratta di nove comparti in cui la quota degli occupati in imprese con meno di 50 addetti è superiore al 60%.

I settori con più crescita sono il Legno (+5,4%), i prodotti alimentari (+3,4%), i mobili, gli articoli di abbigliamento (entrambi con +1,6%) e i prodotti tessili (+1,5%).  La crescita delle vendite del made in Italy nei settori Pmi nel mondo vede nel complesso l'Unione europea a 28 come l'area geografica più dinamica (+2,5%), mentre sono stazionarie l'America (0,3%) e Paesi europei non Ue (0,0%); in calo Asia (-0,7%) mentre cede l'Africa (-5,7%). Tra i primi 20 mercati si osserva un maggiore dinamismo con tassi di crescita più che doppi rispetto alla media in Repubblica ceca (+10,4%), Grecia (+8,3%), Polonia (+6,2%), Romania (+5,2%), Giappone e Spagna (entrambi con +4,9%) e Corea del Sud (+3,5%). Sono in territorio negativo le vendite in Belgio (-0,3%), Paesi Bassi (-1,1%) e Hong Kong (-2,1%) mentre i mercati più cedenti risultano quelli di Turchia (-6,8%) e degli Emirati Arabi Uniti (-8,5%).

L'andamento dei territori provinciali, selezionando quelli con una quota di mercato superiore al punto percentuale, vede il maggiore dinamismo a Roma (+15,5%), poi Venezia (+9,5%), Bolzano (+8,0%), Milano (+6,2%), Parma (+6,0%), Firenze (+5,2%), Piacenza (+5,0%), Bergamo (+4,9%), Padova (+4,4%) e Prato (+4,3%).

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