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Giovedì, 25 Aprile 2024
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pendolari da colorno a casalmaggiore

Furti di biciclette e territorio dimenticato

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

Il furto di biciclette o semplicemente delle ruote, in prossimità delle zone adiacenti al ponte sul PO, non è purtroppo una novità. Da quando il ponte è chiuso, tanti pendolari per ragioni di tempo o di poca fiducia verso il servizio ferroviario offerto da Trenord, hanno deciso già da tempo di percorrerlo in bicicletta o in motorino, lasciando i loro mezzi parcheggiati alle estremità del ponte, legandoli ad un palo o ad un albero con una catena o un lucchetto. Il buon numero di biciclette parcheggiate, e l’ormai sempre maggiore desolazione della zona, spinge gli “avvoltoi delle biciclette” ad approfittare della situazione. Un furto di bici in questo caso è peggio, perchè si priva un pendolare della possibilità di raggiungere il suo posto di lavoro. Abbiamo avuto il dispiacere di sapere da alcuni Colornesi, che sono stati rubati addirittura dei sellini di biciclette. Furti di “ladri di galline” dal poco guadagno economico. La mancanza di una regolamentazione della ciclo-pedonalità del ponte, porta purtroppo anche queste conseguenze. Il divieto di transito per chiunque sul ponte, non aiuta di certo. Capiamo che nessuno voglia prendersi la responsabilità di permettere l’attraversamento del ponte, ma a volte è meglio regolarizzare che fare finta di non vedere. Il gruppo AMO COLORNO già ad aprile 2018 aveva chiesto di rendere ciclo-pedonale il ponte sul PO tra Colorno e Casalmaggiore, regolamentando la cosa. Ciò avrebbe permesso il passaggio dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine sul ponte (in caso di malori o criticità sul ponte), nonchè una maggiore frequentazione di un’area ormai dimenticata da tempo. Chiedevamo alle istituzioni inoltre, di realizzare uno spazio biciclette a ridosso del piazzale adiacente al ristorante Lido, in località Sacca. Magari un container la cui chiave per l’accesso sarebbe stata a disposizione di un commerciante volontario, tipo dell’hotel o del ristorante. Si sarebbe potuto fare molto di più, ma purtroppo così non è stato. Noi le proposte le avevamo, ma nessuno ha voluto ascoltarle. Quella fetta di territorio è rimasta dimenticata per molto tempo, ed è inutile ormai meravigliarsi o arrabbiarsi per i furti di biciclette. Dobbiamo solo sperare che i lavori di riparazione del ponte non tardino ad arrivare. IL GRUPPO AMO COLORNO

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