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Marco Maria Freddi: "Sulla questione aeroporto serve un referendum consultivo"

L'ex consigliere comunale: "In attesa che l’amministrazione comunale di Parma ci faccia sapere quale direzione intende prendere sulla questione centrale della scorsa campagna elettorale"

"Ho sempre pensato  - scrive l'ex consigliere comunale Marco Maria Freddi - che la politica dovesse informare i cittadini, informarli per essere consapevoli delle scelte della politica eletta che coinvolgono l'intera collettività, scelte che hanno il potere di cambiare la nostra vita quotidiana.

Ed in attesa che l’amministrazione comunale di Parma ci faccia sapere quale direzione intende prendere sulla questione centrale della scorsa campagna elettorale, la reale partecipazione dei cittadini al dibattito pubblico, lo strumento ad oggi a disposizione dei cittadini di Parma è il referendum consultivo, presente nello statuto comunale, un referendum che dica se i parmigiani sono d’accordo nell’avere sul suo territorio l’aeroporto o meno.

Secondo un recente studio della Nasa, tra pochi decenni anche l’Italiasi ritroverà in una situazione climatica letteralmente invivibile, a causa dell’aumento costante delle temperature, interi territori che diventano invivibili a causa del caldo e lo studio pubblicato non si riferisce solo a luoghi remoti e magari già inospitali ma anche dello stesso bacino del Mediterraneo.

Eppure, quando si introduce la questione aeroporto di Parma, la sua sostenibilità ambientale e/o economica, le imbarazzanti proposte si fermano alla questione cargo, sembra che la nostra sopravvivenza come cittadini di questo pianeta, non interessi a nessuno. I comitati che nascono ad ogni occasione di tutela di un legittimo interesse rappresentano solo una parte della discussione, rappresentano solo una parte della discussione, l’intera città deve essere parte del dibattito, un dibattito che metta sul tavolo tutti gli aspetti del problema, il problema aeroporto.

Delle mie considerazioni generali ho scritto e detto tante volte: in Italia del nord abbiamo un aeroporto ogni 50 km, tanti ma soprattutto troppi in funzione della loro sostenibilità ambientale (ed economica) così come nell’Italia dei mille campanili tutti vorrebbero atterrare vicino a casa, i cittadini poco attenti ai cambiamenti climatici lo vorrebbero dietro l’angolo per poi lamentarsi di rumore ed inquinamento.

Anche queste premesse sono però parziali, un personalissimo punto di vista, il dato oggettivo è che i cittadini devono essere informati che una infrastruttura, come un aeroporto, deve essere sostenibile e se non lo è, come non lo è, in termini ambientali, lo sia almeno in termini economici, diversamente i cittadini pagano pegno ben due volte, prima in termini ambienta poi economici. E se questa sarà la conclusione, che aeroporto cargo sia, almeno uno dei due aspetti di sostenibilità sarà garantita alla comunità di Parma.

Ho sempre pensato che la politica abbia il dovere di informare i cittadini, informarli per essere consapevoli delle scelte della politica eletta che coinvolgono l'intera collettività, scelte che hanno il potere di cambiare la nostra vita quotidiana. Questo è però il tempo della responsabilità personale, della responsabilità della propria impronta di carbonio e questo, la politica lo deve dire e deve avere il coraggio di coinvolgere la città. Con il referendum cadranno tutte le ipocrisie" 

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