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"Aeroporto: la bocciatura del piano da parte degli uffici del Comune diventi occasione per ridiscutere l'ampliamento"

Davide Zanichelli del Movimento 5 Stelle: "Oltre all’allungamento della pista di circa 700 metri, il Piano di sviluppo prevede l’autorizzazione a volare anche per aerei cargo, oggi non abilitati, come i Boeing 747 e il passaggio di 50 aerei al giorno"

Il recentissimo parere negativo degli uffici tecnici comunali in merito al progetto di allungamento della pista dell’aeroporto Verdi conferma le perplessità sul piano, espresse da tempo anche dal M5S e che avevo personalmente evidenziato oltre un anno fa mediante un’interrogazione rivolta all’allora Ministro dell’Ambiente Sergio Costa”, lo afferma in una nota il deputato emiliano del M5S Davide Zanichelli.

“Come avevo spiegato allora e in altre occasioni, oltre all’allungamento della pista di circa 700 metri, il Piano di sviluppo aeroportuale o PSA prevede l’autorizzazione a volare anche per aerei cargo, oggi non abilitati, come i Boeing 747 e, a regime, il passaggio di 50 aerei al giorno, con i disagi per i residenti della zona che possiamo immaginare. E tutto questo al netto dei danni di tipo ambientale”, prosegue Zanichelli. “Il piano, tuttavia, a quanto pare non è solo fortemente discutibile sul piano delle scelte politiche, contestate da numerosi cittadini, tra cui gli aderenti all’associazione NoCargoParma, ma, come hanno evidenziato gli uffici tecnici comunali, è anche non conforme alla strumentazione urbanistica comunale, e non tiene in considerazione gli impatti per la necessità dell'accesso alla zona Fiere”.

“Ci troviamo di frnte, a inizio 2022, cioè a meno di due anni dal termine fissato per l’allungamento della pista e per la creazione di un polo cargo praticamente all’interno della città, a una serie di problematiche che dovrebbero essere seriamente affrontate. Vero che la procedura è in corso e le attuali omissioni potranno esser colmate nelle successive fasi procedurali ma è bene non fermarsi ai meri aspetti burocratici. Come hanno sottolineato diverse associazioni, il progetto implica l’aumento di inquinamento, quello dei rischi di incidenti aerei che colpirebbero popolazione e infrastrutture e lascerebbe la scuola primaria e secondaria di Baganzola, un tratto della TAV e un tratto dell’A1 in zona di tutela A e B del rischio aeroportuale, cioè in zone ad alto rischio. Lo stop degli uffici tecnici, insomma, non può essere l’occasione solo per un aggiustamento burocratico ma deve essere un campanello d’allarme che consenta la ridiscussione in toto del progetto e della sua utilità”, conclude l’esponente pentastellato.

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