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Bui: "La casa? Diritto per tutti, non un lusso"

Il candidato sindaco di Potere al Popolo: "I migranti vanno bene solo se continuano a lavorare per quattro spiccioli"

"Non ci stancheremo mai di dirlo: il diritto alla casa è il primo punto del nostro programma. Per questo oggi (3 giugno) eravamo in piazza Garibaldi per sostenere la Rete Diritti in Casa nell’iniziativa “Prima Cosa la Casa”. Parma è spesso dipinta come una città ricca, in cima alle classifiche di vivibilità. Poi se si guarda la realtà da vicino si scopre che ci sono 36mila poveri nel nostro territorio, con situazioni lavorative al limite".

Lo dice Andrea Bui, candidato sindaco di Potere al Popolo che stamattina era presente al presidio organizzato dalla Rete diritti in casa, in Piazza Garibaldi. Per la prima tappa della campagna 'Prima cosa la casa', Bui ha preso la parola soffermandosi su concetti che - a suo modo di vedere - stanno mancando nelle politiche cittadine: "Il benessere dei primi si fonda sulla sofferenza e lo sfruttamento dei secondi: siamo in una schiavitù moderna. È questa nuova schiavitù che ci permette di ordinare qualsiasi cosa a domicilio con un click e vedere gli scaffali dei supermercati pieni. È una consapevolezza che dobbiamo fare nostra e dobbiamo essere consapevoli anche che la città è stata lasciata in mano alla speculazione immobiliare: da un lato, abbiamo tante persone che non riescono neanche ad accedere a un affitto e, dall’altro, abbiamo chi si è arricchito con i prezzi alle stelle degli affitti. Sono due realtà che stanno insieme, non sono due mondi diversi.

E non è un problema individuale, ha delle cause sociali che devono essere risolte politicamente. La casa non è un lusso, non è un premio o una concessione fatta da un potere illuminato. La casa è un diritto per tutti e tutte, anche per chi viene da Napoli o da Dakar. Invece, i migranti vanno bene solo se continuano a lavorare in condizioni pessime, per quattro spiccioli, e rimangono inscatolati in un seminterrato con altre cinque o sei persone. L’importante è che non si facciano vedere, altrimenti diventano un problema di ordine pubblico. Dobbiamo decidere, quindi, se vogliamo trattare la casa e il lavoro come problemi di ordine pubblico, continuando a non disturbare il conducente nel suo accumulo di ricchezza, oppure se dobbiamo cambiare rotta, andando a tassare i ricchi in modo che tutti e tutte abbiano un tetto sopra la testa. Permettere a chiunque di avere una casa non fa bene solo a chi la riceve ma anche al resto della comunità. Eccetto chi dovrà pagare qualche tassa in più. Ma è arrivato il momento che paghino anche loro". 

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