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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Comunali, Michele Vanolli: "Sul candidato sindaco non poniamo né accettiamo veti"

Intervista al segretario del Pd di Parma: "Le primarie del partito? Credo che nel contesto della coalizione sia opportuno scegliere il candidato sindaco con un altro metodo"

Le primarie e la scelta del candidato sindaco tengono ancora banco all'interno della coalizione di centrosinistra. Se le altre formazioni politiche si sono espresse contro lo strumento partecipato per la scelta del nome che guiderà la coalizione all'interno del Pd la partita non è ancora chiusa. In settimana dovrebbe essere convocata l'assemblea degli iscritti che deciderà come procedere: solo un accordo tra maggioranza e minoranza del partito consentirà di superare uno strumento previsto dallo statuto.

Mentre si fanno sempre più insistenti le voci su alcuni nomi candidabili Michele Vanolli, segretario del Pd di Parma, avverte: "Come Pd non imponiamo né accettiamo veti sulla scelta del candidato sindaco". La sua posizione sulle primarie è chiara: "Nel contesto della coalizione credo sia opportuno scegliere il candidato sindaco con un altro metodo". 

Il tema delle primarie continua a dividere il partito e la coalizione, come risponde ai 19 delegati su 40 che hanno richiesto le primarie nell'assemblea degli iscritti? 

"Non dividono la coalizione nel senso che non saranno fatte le primarie di coalizione. Lo statuto del Pd si applica solo ai dirigenti del nostro partito. Le altre forze politiche hanno ritenuto legittimamente di non aderire alla proposta delle primarie di coalizione. Il nostro statuto prevede la necessità di maggioranze rafforzate per prendere una decisione su questo tema: in questo caso la decisione deve essere presa con una maggioranza di 3/5 dell'assemblea. Per derogare allo strumento utilizzato normalmente serve una maggioranza più ampia di quella che mi sostiene come segretario: la maggioranza rafforzata ci sarà solo in caso di un accordo politico che permetta di superare questo strumento e applicare un'altra modalità per la scelta del candidato sindaco". 

La sua posizione personale rispetto alle primarie? 

"Fermo restando il potere decisionale dell'assemblea la mia opinione, che esporrò anche in assemblea, è che nel percorso elettorale che abbiamo portato avanti fino ad ora (il documento di sintesi che abbiamo presentato è stato votato all'unanimità da tutta l'assemblea del Pd: la coalizione è quindi un fattore condiviso da tutto il partito)  in cui le altre forze politiche sono contrarie alle primarie, sarebbe opportuno scegliere il candidato sindaco con un altro metodo ma la decisione non spetta a me". 

Il punto è l'individuazione di un candidato sindaco. Secondo lei potrebbe essere anche un uomo Pd, un assessore della giunta Pizzarotti una figura esterna carismatica? 

"Non voglio entrare nei particolari dei nomi di candidati sindaci o appartenze politiche. Credo che si debba individuare un profilo che individui alcuni elementi chiari: deve incarnare i principi e i valori del centrosinistra, deve prendere atto del lavoro svolto fino ad ora e rispettarne la sostanza. Come Pd non poniamo veti e non ne accettiamo". 

Aeroporto e stadio: come state lavorando per tenere unita la coalizione e come farete con gli elettori, visto che vi presentate con Effetto Parma dopo dieci anni di opposizione in Consiglio comunale? 

"Il percorso che abbiamo intrapreso in questi mesi è stato lungo e faticoso proprio perchè è entrato nel dettaglio di temi spinosi: sull'aeroporto abbiamo preso una posizione molto netta e innovativa. Sullo stadio abbiamo votato un documento in assemblea comunale sia contro la delocalizzazione sia su quello del progetto, che per ora è solo preliminare. Immaginiamo la città dei prossimi dieci/vent'anni e crediamo che il nostro contributo come Pd possa dare una discontinuità su questi temi ma non credo che ci sia bisogno di giustificare o altro. E' un nuovo percorso politico alla fine di un ciclo che si è necessariamente chiuso". 

Come avete gestito invece le divisioni interne con il gruppo consigliare del Pd? 

"Il gruppo consigliare del Pd è stato presente al tavolo di coalizione ed ha dato il proprio contributo nell'elaborazione del documento finale. Ciò vuol dire che ne condividono lo spirito ed il contenuto. Quel documento è ovviamente frutto della mediazione di varie forze politiche, come avviene sempre in caso di accordi elettorali tra vari partiti". 

Avete timori che la destra civica legata a Vignali possa tornare al potere della città?

"Ho visto che c'è un grande attivismo di Pietro Vignali ma non ha ancora sciolto la riserva invece Filippo Mordacci è già sceso in campo. So che il centrosinistra è molto bravo a fare uscire sui giornali il proprio dibattito interno, il centrodestra è bravo invece a non farlo uscire. E' evidente che sia in corso un dibattito da mesi: ricordo che il centrodestra aveva annunciato la candidatura prima di Natale ma di candidature ancora non se ne vede l'ombra. Penso che i parmigiani ricordino i sacrifici fatti per risanare il debito pubblico che circa dieci anni fa ci portava sull'orlo del default. Non è questione di riconquistare il palazzo comunale. Abbiamo un'ambizione: Parma crea sempre delle novità politiche, anche Pizzarotti lo è stato. Non vogliamo essere la novità politica del momento ma credo che il percorso che abbiamo fatto sia innovativo: questo tipo di centrosinistra è nuovo rispetto a quello classico". 

I tre punti principali sui quali punterete se verrete eletti? 

"Con la pandemia la società è cambiata profondamente, così come sono cambiati i bisogni dei cittadini. Le emergenze principali, nei prossimi mesi, saranno il sociale e la sanità. In questa regione il sistema sanitario funziona ma dovremmo rafforzare sempre di più i servizi sanitari di base. C'è poi il tema del welfare, delle povertà storiche e delle nuove povertà. Dei quattro pilastri del nostro documento ben due attengono ai temi del sociale e del welfare. L'altro tema è spendere bene i soldi del Pnrr. C'è poi quello della sicurezza, del degrado e del decoro urbano. E' importante il contrasto della microcriminalità ma anche la grande criminalità, le infiltrazioni della camorra e dell'Ndrangheta: bisogna parlarne e colpirlo tanto quanto si parla delle risse e dello spaccio". 

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