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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Il caos calmo nel Pd: dopo la scelta di Guerra la contestazione è pronta ad esplodere

Sono sempre di più i delusi all'interno del partito dopo la candidatura dell'assessore alla cultura della giunta Pizzarotti

Dopo la decisione da parte dell'assemblea cittadina del Pd di Parma di appoggiare il candidato sindaco Michele Guerra, assessore alla Cultura della giunta Pizzarotti, i nodi all'interno della formazione politica (primo partito in città alle ultime regionali) stanno per venire al pettine.

L'unica candidata sindaca iscritta al Pd, almeno per ora, è l'ex sindaca Michela Canova, che ha deciso di scendere in campo al di fuori della coalizione Pd-Effetto Parma, proprio per la scelta del suo partito di non procedere, come prevede lo statuto, alle consultazioni primarie.

"La scelta definitiva - ha sottolineato Canova - è stata quella, deludente, della continuità acritica con l’attuale amministrazione attraverso la candidatura dell’Assessore Michele Guerra. È mancato da parte del Pd l’orgoglio di rivendicare il proprio ruolo di opposizione di essere la primaria forza politica della città in grado di proporre un proprio candidato che ne rappresentasse la tradizione e l'identità, e infine, soprattutto, la volontà di interrompere la discutibile gestione di questa città". 

Del resto l'altro candidato del centrosinistra, Dario Costi, aveva partecipato alle primarie del Pd nel 2017 ha aspramente criticato la coalizione e la scelta dell'ex assessore di Pizzarotti.

 "Quando ho deciso di candidarmi l’ho fatto per offrire un alternativa a quell’accordo contro natura che già alcuni mesi fa si stava delineando: un “rimpasto” della Giunta Pizzarotti con il Partito Democratico".

La critica che serpeggia nell'area di minoranza del partito, che si era espressa esplicitamente contro la candidatura di un assessore di Pizzarotti e quindi in continuità con la maggioranza contro la quale hanno fatto opposizione per dieci anni in Consiglio comunale, è che la dirigenza del Pd si sia appiattita alle richieste di Bonaccini che, già da anni, stava lavorando ad un asse politica con il sindaco Pizzarotti. Il timore della base è che il Pd di Parma possa uscire completamente azzerato dall'accordo elettorale con Effetto Parma. 

Lorenzo Lavagetto, capogruppo del Pd in Consiglio comunale ed esponente della minoranza insieme alla consigliera Caterina Bonetti ha preso una posizione che ha suscitato apprezzamenti e critiche. "A chi dice che bisognava uscire con una proposta alternativa dico che ho scelto di rimanere dentro il Pd che rimane il mio partito e in politica se non ci sei le tue ragioni non trovano voce, e che in qualunque condizione, il contributo del Pd a Parma non poteva prescindere da ciò che abbiamo fatto e detto in questi anni in consiglio comunale

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"Michele Guerra - sottolinea Lavagetto - dovrà dar peso a quanto fatto dai nostri gruppi e le nostre posizioni in particolare sull'idea di sviluppo della città, la sua vocazione, che non credo possa essere logistica, le sicurezze, che non si risolvono con qualche telecamera, ma significano controlli, sostegno alle attività nei quartieri, adeguati investimenti nei servizi sociali, educativa di strada, un termine alle opere incompiute. Il discrimine di un percorso condivisibile o meno per me si gioca su queste e altre idee, sulle garanzie di una loro possibile attuazione".

Nei prossimi giorni si vedrà quindi se le critiche della minoranza Pd verranno assorbite all'interno del percorso Pd- Effetto Parma o se ai consiglieri comunali che hanno lavorato all'opposizione non resterà altra scelta che quella di proporre nuovi percorsi politici o rientrare in uno degli altri progetti di candidatura già ufficializzati. 

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