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Disabilità, Bernazzoli: “Parma città accessibile, priva di barriere architettoniche”

"Anche il sistema del trasporto pubblico dovrà essere reso maggiormente accessibile “realizzando, tra le altre cose, nuovi marciapiedi pensati con misure tali da facilitare l’accesso ai mezzi pubblici”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

“Parma deve essere una città accessibile a tutti, priva di barriere architettoniche”. Il candidato sindaco Vincenzo Bernazzoli interviene sul tema della disabilità e lancia alcune proposte per garantire i diritti di tutte le persone, indipendentemente dai loro handicap.

“Garantire i diritti delle persone con disabilità vuol dire, innanzitutto, - spiega il candidato - valorizzare il loro ruolo di soggetti attivi”.

Un tema concreto e di particolare rilevanza è quello della mobilità e dell’accessibilità. “Si tratta di rimodulare i percorsi autorizzativi e la responsabilità dei progettisti – afferma Bernazzoli - affinché soprattutto i locali o i servizi aperti al pubblico, siano effettivamente fruibili da tutti. Un problema da risolvere prioritariamente è quello dell’accesso alla stazione “per la quale ci sentiamo impegnati fin da ora a una serrata e conclusiva trattativa con Trenitalia”.

Anche il sistema del trasporto pubblico dovrà essere reso maggiormente accessibile “realizzando, tra le altre cose, nuovi marciapiedi pensati con misure tali da facilitare l’accesso ai mezzi pubblici”.

Una accurata attenzione sarà riservata ai diritti delle bambine e dei bambini con disabilità, anche stranieri, privi di cittadinanza italiana. “Bisogna dar vita a un percorso virtuoso – rimarca Bernazzoli - che riconosca il pieno diritto, a loro e ai loro genitori, di trovare supporto educativo assistenziale già in tenerissima età, dai nidi alle scuole d’infanzia, per poi essere accolti nelle scuole in un percorso di profondo riconoscimento del diritto all’inclusione e a una didattica adeguata alle loro caratteristiche”.

Al termine della scuola bisogna dar vita ad azioni di sostegno e accompagnamento “che vedano la collaborazione, con i ragazzi e le ragazze e le loro famiglie – osserva il candidato - della scuola, degli operatori sociali e sanitari, delle associazioni, dei servizi per il lavoro, dei servizi di supporto per coloro che non sono in grado di inserirsi in contesti lavorativi normali. Su questo tema, è fondamentale riconsiderare il ruolo della cooperazione sociale, coinvolgendo per la definizione di programmi chi storicamente si è sempre impegnato in progetti di vita e in attività occupazionali”.

Per le persone con bisogni educativi speciali in condizione di gravità dovrà essere attivata una più incisiva corresponsabilità di tutti i soggetti della nostra comunità: “alle famiglie che hanno figli con questi problemi – rimarca Bernazzoli - verrà data una attenzione prioritaria da parte del sistema di politiche sociali e della comunità locale e chiesto un rinnovato impegno al sistema sanitario”.

Il processo di accreditamento, previsto ormai per molti servizi che si occupano delle persone con disabilità grave (assistenza domiciliare, centri socio riabilitativi diurni e residenziali), “va considerato come una opportunità per i fruitori dei servizi – conclude il candidato in quanto definisce standard di qualità importanti. Nello stesso tempo occorre fare uno sforzo ulteriore per superare le rigidità che s’inserisce nel sistema dei servizi e la flessibilità nel suo utilizzo”.

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