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Roberti su Banca Monte: "Mala gestione dei vertici e disinteresse delle istituzioni"

Dichiarazione della candidata sindaco Roberta Roberti su quanto è avvenuto alla storica banca della città

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

“La drammatica situazione di Banca Monte  Parma, portata in questi anni al tracollo finanziario e alla conseguente acquisizione della maggioranza della proprietà da parte di Intesa Sanpaolo” dichiara la candidata sindaco Roberta Roberti “è stata causata da una gestione improvvida e opaca dei vertici manageriali e amministrativi, e dalla mancanza di efficaci controlli da parte della Fondazione Monte di Parma e delle istituzioni del territorio da questa rappresentate.”

Una mala gestione che venne comprovata lo scorso anno dall’ispezione di Banca d’Italia. Infatti, dopo mesi di indagini condotte negli uffici di Banca Monte (dal novembre 2009 a febbraio 2010), furono riscontrate tali, pesanti irregolarità, che portarono Banca d’Italia a comminare, nel febbraio 2011,  una serie di sanzioni amministrative pecuniarie verso coloro che vennero  identificati come i responsabili della tragica situazione. In primis il Presidente Guareschi, con la sanzione maggiore, e a seguire il Direttore generale Menchetti, alcuni Consiglieri d’Amministrazione (nominati dalla Fondazione Monte di Parma) e il Collegio sindacale.

Alla luce di quanto stava avvenendo, la Fondazione Monte di Parma (socio di maggioranza della banca con il 68,7%) avrebbe dovuto promuovere un’azione di responsabilità nei confronti di tutti gli amministratori sanzionati. Ma, nonostante le proteste e le richieste di tutti i sindacati e dei lavoratori, che chiedevano di agire nei confronti di costoro, accusati di avere mal gestito la Banca e di averla portata sull’orlo del baratro, venne scelto come capro espiatorio il solo Direttore generale.

Purtroppo nel caso della Fondazione Monte di Parma, presieduta dal settembre 2003 a luglio 2011 da Gilberto Greci, vi è stato un incredibile coacervo di incapacità, incompetenze, lungaggini, conflitti d’interesse, insensibilità istituzionali, che hanno portato alla perdita dell’ultima banca locale.

A fronte del fallimento nelle scelte effettuate e nelle politiche di controllo, nessuno dei membri del Consiglio di Amministrazione e del Consiglio Generale (con l’unica eccezione  di un componente del Consiglio di Amministrazione) avvertì  il dovere morale di dimettersi.

“Ci chiediamo” continua la Roberti “se le Istituzioni locali (Comune, Provincia, Camera di Commercio, Diocesi di Parma e Fidenza, Università), che designano i loro rappresentanti nel Consiglio Generale della Fondazione Monte di Parma abbiano esercitato, come doveroso, un’azione di stimolo e vigilanza su quanto stava accadendo.”

“La conclusione di questa vicenda è sotto gli occhi di tutti. Quando è diventata palese la necessità di vendere Banca Monte, ormai travolta da milioni di perdite, a Intesa Sanpaolo, le istituzioni della città hanno di fatto abbandonato la banca e i lavoratori al loro destino, trovando in questa scelta una valida “alleata” nella Fondazione.”

“Come in tante drammatiche vicende che hanno coinvolto aziende e realtà produttive importanti e sane della nostra città, il tentativo che sta andando avanti è quello dell’insabbiamento, nella speranza che la gente dimentichi, e che i responsabili ne escano impuniti.”

“A nostro avviso le cose non devono finire così. Intendiamo assicurare il massimo sostegno alle battaglie dei lavoratori di Banca Monte Parma, che in tutti questi anni hanno contribuito a tenere viva la banca, mentre amministratori e manager incapaci la distruggevano. Proprio quei lavoratori che hanno paradossalmente subito successive, pesanti penalizzazioni normative ed economiche.”

“Intendiamo avanzare anche la proposta di una commissione inter-istituzionale che proceda ad un’analisi precisa e puntuale di quanto avvenuto, al fine di ricostruire la verità e capire esattamente perché il nostro territorio abbia perso il controllo di una realtà così importante e storicamente radicata nel tessuto economico locale.”

“Parma vuole cambiare. La vicenda di Banca Monte richiede un’eccezionale e straordinaria operazione di trasparenza, perché casi come questi non debbano più ripetersi.”

“Per concludere, manifestiamo la nostra totale contrarietà all’ipotesi di affittare alla Fondazione Monte di Parma parte del Palazzo del Governatore.”

 “Il Palazzo del Governatore è un bene pubblico, posto nel cuore di Parma, e tale deve rimanere, per  manifestazioni artistiche e per scopi e utilizzi che lo lascino a disposizione permanente di tutta la cittadinanza.”

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