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Sabato, 2 Dicembre 2023
Politica

"Se Parma è una città con un’alta qualità della vita, un tetto sulla testa dovrebbero averlo tutti e tutte"

Andrea Bui, candidato sindaco per Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Pci: "I numeri sono impietosi: ci sono 3mila richieste di case popolari, solo 300 sono accolte e si parla di quasi 500 non assegnate"

«Se davvero Parma è una città con un’alta qualità della vita, allora un tetto sulla testa dovrebbero averlo tutti e tutte. E invece la situazione a Parma è a dir poco allarmante». Con queste parole Andrea Bui, candidato sindaco per Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Pci, ha aperto l’iniziativa “La casa bene primario”, organizzata sabato mattina in piazzale Chaplin. All’incontro, presenti alcuni attivisti della Rete Diritti in Casa, che hanno portato la propria lunga esperienza di lotta per il diritto all’abitare a Parma.

«Nella nostra città, sono calcolati 35mila poveri – dice Francesco Bufano, della Rete −, nonostante venga descritta come un gioiello da tutte le classifiche che riguardano ricchezza e vivibilità. E la casa è uno dei problemi maggiori, con migliaia di persone che hanno difficoltà anche solo a trovare un alloggio in affitto. I numeri sono impietosi: ci sono 3mila richieste di case popolari, solo 300 sono accolte e si parla di quasi 500 non assegnate. La causa del problema è la privatizzazione che si è scelta anche in questo ambito, nonostante la casa sia un bene primario e un diritto inalienabile. La stessa privatizzazione che ha portato, tra l’altro, alla svendita di migliaia di residenze popolari. Non possiamo colpevolizzare chi non riesce a pagare l’affitto. È il modello sociale in cui ci troviamo a determinare stipendi bassissimi, contratti precari e appartamenti fatiscenti affittati anche a più di 500 euro, in barba a qualsiasi normativa».

Nel programma elettorale di Potere al Popolo, il primo punto riguarda proprio la casa e un piano decennale di edilizia residenziale pubblica articolato in tre punti «che incontri le esigenze abitative con la ristrutturazione dell’esistente – spiega Bui −. Primo: creazione di un osservatorio per censire tutti gli immobili del Comune e gli edifici privati sfitti. Secondo: la copertura finanziaria del piano si fonderà su una tassa di scopo sugli immobili sfitti, che verrà pagata dai grandi gruppi immobiliari, e dalla lotta all’evasione. Infine, una parte del finanziamento dovrà essere destinato a funzioni sociali nelle case pubbliche e nei quartieri».

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