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Fondi ex-metro, in arrivo 70 milioni di euro: serviranno per altre opere

La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso della Regione contro la legge che assegnava a Parma risorse alternative al progetto della metropolitana. Il vicesindaco: "I soldi non saranno usati per i debiti"

La Corte Costituzionale, con una sentenza depositata oggi, 11 marzo, ha respinto il ricorso della Regione Emilia Romagna contro lo Stato, in merito alla Legge che assegnava a Parma risorse per realizzare opere alternative al progetto di metropolitana. La decisione dell’Alta Corte ha fugato il pericolo che, a causa del ricorso della Regione, al Comune non fossero più assegnati circa 70 milioni di euro da utilizzare per realizzare nella città opere, alternative alla metro, di interesse per la comunità.
In particolare, la Corte Costituzionale ha ritenuto legittimi i commi 7 e 8 del D.L. 25.3.2010 n. 40, con il quale è stato revocato il finanziamento e il contratto di appalto della metropolitana di Parma e stabilito il trasferimento al Comune, di una quota parte dei fondi, pari a circa 70milioni di euro, per finanziare altre opere.

La sentenza della Corte Costituzionale ha quindi rigettato in toto i motivi di impugnazione della Regione Emilia, confermando l'impianto della legge dello Stato, salvo il punto sulla gestione del Fondo costituito in favore del MIT per i porti, rilievo che però non interessa il finanziamento di 70 milioni del Comune. Solo per questa disposizione la Corte Costituzionale rileva la necessità di un percorso di collaborazione con le Regioni per l'utilizzo delle risorse accantonate.
La Corte ha stabilito, infatti, che le singole opere dei porti, da finanziarsi con il “Fondo per infrastrutture portuali” al quale, in base al comma 6 del D.L. 25.3.2010 n. 40, è destinata un’altra quota delle risorse, già destinate a finanziare la metropolitana, non possono essere individuate solo dal Ministro delle infrastrutture dei trasporti, ma debbono essere concordate con la conferenza Stato-Regione e con le singole regioni interessate.
La sentenza, dunque, ha affermato la correttezza politica e giuridica delle scelte di Governo e Amministrazione Comunale nella vicenda della metropolitana, respingendo i rilievi e le critiche della Regione Emilia Romagna, in particolare l’accusa di mancato coinvolgimento dell’Ente Regionale nelle decisioni sulle sorti della metropolitana Parma.

“Con questa sentenza della Corte costituzionale sono salvi i fondi destinati a Parma, che ammontano fra i 70 e i 60 milioni di euro, e viene fermato il tentativo della Regione Emilia Romagna di bloccarli. Questi fondi abbiamo tentato di difenderli con le unghie e con i denti”, spiega il sindaco Pietro Vignali. “La sentenza fa giurisprudenza – aggiunge il sindaco – in quanto stabilisce che l’intesa Stato-Regioni serve solo per definire le opere strategiche e non per il loro eventuale annullamento”. “I fondi saranno destinati ad opere di interesse per tutta la comunità, e l’ammontare delle risorse sarà deciso con decreto del ministero dell’Economia di intesa con il ministero delle Infrastrutture – conclude Vignali -. Per il momento abbiamo presentato studi di fattibilità che sono al vaglio del ministero, e possiamo dire che 15 milioni di euro saranno destinati alla stazione, 15 all’housing sociale, 12 alla mobilità sostenibile, 8 al welfare e agli anziani e 6 alla green city”.

“Nella sentenza viene detto che nessuno vieta alla Regione di realizzare l’opera, solo che per farlo deve anche metterci i soldi”, spiega il vicesindaco Paolo Buzzi. “Voglio inoltre ricordare – afferma – che i fondi non saranno impiegati nella parte di spesa corrente del bilancio, ma solo per gli investimenti”.

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