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Francesco de Vanna: "L'allargamento del centrosinistra è la strada maestra: Michele Guerra è il punto di sintesi"

Intervista al quarto candidato più votato in assoluto al primo turno delle amministrative, nella lista del Pd: "La cultura delle grandi istituzioni deve incontrare la cultura che nasce dal basso, e farla diventare cultura di qualità, accessibile a tutte e a tutti, indipendentemente dalla fascia di reddito e dall'età"

Francesco De Vanna, per nove anni segretario del circolo Pd Molinetto, è il quarto candidato più votato in assoluto al primo turno delle elezioni amministrative. In lista con il Partito Democratico si è 'classificato' subito dietro Lorenzo Lavagetto, Caterina Bonetti e Manuel Marsico con ben 549 preferenze. Membro dell'Assemblea nazionale del Pd Francesco ha 35 anni ed è un parmigiano acquisito.

Originario di Brindisi si è trasferito nella nostra città 17 anni fa e, dai tempi dell'Università, è attivo all'interno di associazioni e organizzazioni politiche. Domenica 26 giugno ci sarà il ballottaggio. Francesco De Vanna entrerà nel prossimo Consiglio comunale, sia in caso di vittoria di Michele Guerra che in caso di vittoria di Pietro Vignali. 

Qual è stato il suo percorso politico all'interno del Partito Democratico di Parma, quando è iniziata la sua militanza politica? 

"La mia militanza risale agli anni della fondazione dell'Ulivo, prima, e del Partito Democratico poi. Sono stato rappresentante degli studenti al Liceo (a Manduria, in provincia di Taranto) e poi a Giurisprudenza a Parma, con l’associazione che ho fondato e che, tuttora, è fra le principali nell’Ateneo. 

La rappresentanza universitaria è stata un’esperienza di crescita molto importante, come poi è stata anche quella nell’organizzazione giovanile del Partito Democratico di Parma, in cui ho maturato la mia "visione del mondo". In quegli anni, insieme ad un gruppo ampio di giovani, ci siamo battuti per la tutela del diritto allo studio e per il riconoscimento della cittadinanza studentesca, e abbiamo lottato contro lo smantellamento dell'università pubblica. Erano gli stessi anni del contrasto al malgoverno del centrodestra e di Vignali, delle proteste sotto i Portici del Grano e della voragine del debito rivelata alla Città. 

Per oltre otto anni, tra il 2010 e il 2019, sono stato segretario del circolo del Pd del quartiere Molinetto: un'esperienza bellissima di grande maturazione, personale innanzitutto, e poi anche politica. Decine, centinaia, di riunioni, banchetti, volantinaggi, presidi: la politica tra le persone è la più autentica". 

Come ha vissuto l'esperienza della campagna elettorale da parmigiano 'acquisito'? 

"È stata un'esperienza tanto bella quanto impegnativa. Inutile nascondersi che, in termini numerici, si sconta sempre un gap: la mia famiglia, i miei zii, i miei cugini non vivono a Parma, e lo stesso discorso vale per tanti degli amici che mi hanno sostenuto. Anche per questo motivo le "mie" 549 preferenze sono un risultato straordinario, carico di significato: dopo molti anni, la sinistra locale si esprime anche mediante volti e storie che non rientrano nell' "album di famiglia" degli ultimi 20 anni. 

Nessuno ci ha concesso spazio, ce lo siamo conquistato sul campo: nel mio caso specifico penso di poter dire grazie all'impegno nel tempo, alla coerenza del percorso, al gioco di squadra, alle idee, alla credibilità personale, e poi al consenso raccolto. Ovviamente senza una rete molto ampia di compagni di viaggio, non ce l'avrei fatta: ragazze e ragazzi che  lavorano in tanti ambiti professionali della città, e che spesso si sentono distanti dalla politica, hanno coagulato attorno a me impegno, passione, entusiasmo, fiducia nel futuro. Parma è cambiata tanto, e nei prossimi anni sarà sempre più evidente". 

Ha scritto il programma della coalizione di Michele Guerra insieme a Michele Alinovi di Effetto Parma: quali sono stati i punti di maggior contatto e quelli invece in cui la mediazione è stata più difficile? 

"Michele Guerra ha impostato una modalità di lavoro collegiale che ci ha consentito di elaborare un programma articolato ed organico, sciogliendo via via i nodi che si palesavano. Nei mesi precedenti avevo già coordinato il percorso programmatico del Partito Democratico ("Ri-GenerAzioni. Immagina Parma Domani") mentre Alinovi aveva seguito molto da vicino i lavori del tavolo della coalizione di centrosinistra. Ci siamo ritrovati sin da subito su una prospettiva di sostenibilità, sociale e ambientale, che costituisce la cifra distintiva di una nuova visione del futuro della città. 

Manutenzione, cura dello spazio pubblico e del verde, riforestazioni, consolidamento dei presidi di cura, integrazione della telemedicina in un nuovo disegno di assistenza domiciliare, nuove forme di protezione sociale: sono questi alcuni dei punti qualificanti del programma rispetto ai quali abbiamo registrato piena sintonia sin da subito. Senza dimenticare la centralità della cultura, intesa nel suo senso più ampio, che dovrà tornare a essere uno dei perni dello sviluppo economico e sociale di Parma, anche per creare lavoro di qualità. Questo percorso sarà possibile anche grazie al lavoro prezioso fatto da Michele Guerra negli anni scorsi, come Assessore alla Cultura. Su stadio e aeroporto c'è stato un confronto più serrato, alla luce di sensibilità in parte diverse; ma anche qui abbiamo messo a punto due proposte chiare, a tutela del bene comune dei cittadini". 

Si aspettava questo risultato (quarto candidato più votato) e quali sono i temi sui quali si concentrerà all'interno del futuro Consiglio comunale?

"In questa misura non me lo aspettavo, sinceramente (soprattutto alla luce del numero decisamente alto di candidati) ma negli ultimi giorni avevamo raccolto vari segnali di stima e di sostegno, anche grazie all’impegno straordinario del gruppo ampio che mi ha supportato. 

Nei prossimi anni mi occuperò in primis di politiche culturali: teatri, musei, cinema, centri di aggregazione e biblioteche saranno al centro di un nuovo progetto di comunità educante che coinvolga i giovani, le famiglie, gli artisti. La cultura delle grandi istituzioni deve incontrare la cultura che nasce dal basso, e farla diventare cultura di qualità, accessibile a tutte e a tutti, indipendentemente dalla fascia di reddito e dall'età. 

Porteremo la cultura di Parma in Europa innanzitutto, ma la porteremo anche nei quartieri. Lo faremo rendendo accessibili spazi, luoghi e produzioni anche mediante lo strumento dell'affido culturale e avviando pratiche di gestione collettiva con il coinvolgimento anche di scuole e Università. 

Inoltre mi impegnerò molto per il rilancio del welfare (a partire dalla tenuta della sanità ospedaliera e territoriale), per la tutela della dignità del lavoro e per la vivibilità dei quartieri": 

Michele Guerra è riuscito nel difficile compito di connettere le varie anime della coalizione di centrosinistra. In caso di vittoria al ballottaggio quale sarà il ruolo del Pd nella futura giunta?

"Le elezioni non sono ancora vinte, ma il vantaggio molto ampio del primo turno conferma che l'allargamento del perimetro del centrosinistra era la strada maestra e che Michele Guerra è il punto di sintesi con il profilo politico migliore. Dobbiamo lavorare sodo per finalizzare il risultato. Se tutto andrà per il verso giusto, il Pd avrà il riconoscimento richiesto dagli elettori, che lo hanno preferito una volta su quattro". 

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