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Fratelli d'Italia contro la legge sull'omotransnegatività: "Legge bavaglio per elargire risorse all'associazionismo Lgbt"

Il capogruppo Giancarlo Tagliaferri parla di "lobby ultraminoritaria ma potente"

Fratelli d'Italia si scaglia contro il progetto di legge Regionale "contro l’omotransnegatività e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere’. E' il capogruppo Giancarlo Tagliaferri che, in una nota stampa, parla di una "lobby ultraminoritaria ma potente".

"Un progetto di legge ‘manifesto’, inutile se non ai fini di ingraziarsi una lobby potente e alla moda, che punta a influenzare la politica e le istituzioni imponendo i propri interessi specifici, ultraminoritari, rispetto all’interesse generale”. Giancarlo Tagliaferri, commenta il progetto di legge contro l’’omotransnegatività e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere’, d’iniziativa di quattro Consigli comunali, Bologna, Parma, San Pietro in Casale e Reggio Emilia, approdato in Assemblea legislativa.

“Ormai non ci stupiamo più di nulla. Neppure del fatto che una forza politica come il Pd mostri un incombente ‘vuoto’ di progetti di carattere generale per costruire candidature e consensi inseguendo i desiderata di una lobby che punta a ottenere una legge bavaglio, un manifesto ideologico teso, da un lato, a limitare la libertà d’espressione e, dall’altro, a elargire risorse in libertà all’associazionismo Lgbt”.

“Sono, tra l’altro, i numeri a smentire che esista un problema di discriminazione riguardante l’orientamento sessuale in questa regione. E’ lo stesso Osservatorio regionale contro le discriminazioni, che dispone di una rete capillare di sportelli, che fornisce dati assolutamente confortanti: 16 casi in 8 anni in tutta l’Emilia-Romagna e uno solo nel 2017. E, tra l’altro, non è dato di sapere se siano stati davvero casi di discriminazione. Dunque, di cosa stiamo parlando? Altro che leggi ad personam! Ricordo inoltre che su questa materia insiste già una legge regionale, la 6 del 2014 (Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere), a cui la nuova norma, se approvata, non aggiungerebbe nulla. Dunque, una discussione del tutto strumentale. In generale, ritengo che la sessualità di un individuo sia un fatto privato e, nel privato, ciascuno è libero di fare le scelte che vuole nei limiti del rispetto degli altri. Ma non vedo proprio come da queste scelte debba derivare una legge con cui si pretende di riconoscere all’orientamento sessuale di una persona un particolare status che abbia rilievo giuridico. Insomma, si sta arrivando all’apice di una deriva che vede il Pd alla smodata ricerca di inventare nuovi ‘diritti’ da tutelare, mentre disattende i veri, fondamentali, diritti di tutti, la libertà di parola e di pensiero e di scelta educativa. Ed è evidente che la grande maggioranza dei nostri concittadini si è resa conto del distacco dalla realtà del Pd e che le priorità del partito non corrispondono più alle priorità della comunità regionale”.
 

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