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Nuovo centro commerciale all'Ikea? Alinovi: "Farò quello che vuole il Consiglio all'unanimità"

L'Amministrazione deve scegliere: far rispettare le prescrizioni del Pua mantenendo gli spazi accanto all'Ikea a destinazione commerciale e non di vendita, oppure proporre una variante che consenta di far aprire il centro commerciale

Solo l'intervento finale dell'assessore all'Urbanistica, Michele Alinovi, ha permesso di capire in parte il motivo per cui ieri sera si sono riunite, in seduta congiunta, le due commissioni Bilancio e Lavori pubblici per discutere del Piano urbanistico attuativo del comparto Ikea. Ma prima di arrivare al dunque la riunione si è snodata attraverso gli interventi di ex assessori chiamati a spiegare le scelte delle precedenti amministrazioni sulla questione, nata nel 2004 con la scelta di posizionare il megastore svedese nell'area di Ugozzolo.

Il nocciolo del problema è questo: nella zona in questione oggi ci sono 50 mila metri quadrati destinati ad attività commerciale, di questi solo 18 mila metri quadrati prevedono spazi dedicati alla vendita e sono già stati interamente assorbiti da Ikea. Attorno allo store, però, sono nati quattro capannoni che secondo quanto previsto dal Pua possono essere adibiti solo a magazzino, attività artigianali o centro direzionale. Allora qual è il problema? Che l'immobiliare che ha costruito i quattro edifici ha intenzione di aprire un nuovo centro commerciale, intenzione confermata dal fatto che dal 2011 si era già messa in moto un'attività di vendita legata a quegli spazi.

A questo punto le strade che si aprono di fronte all'Amministrazione sono due: far rispettare quelle che finora sono le prescrizioni del Pua mantenendo quegli spazi a destinazione commerciale e non di vendita, oppure proporre una variante che consenta di far aprire il centro commerciale. Davanti alle vie percorribili non si è ancora presa una direzione, ma l'assessore Alinovi una cosa l'ha detta chiaramente: "Farò solo quello che decide in modo unanime il Consiglio comunale".

Prima di arrivare a questa conclusione, però, c'è stato un lungo excursus dei precedenti amministratori invitati a intervenire per spiegare come si è arrivati fino ad oggi. "Questa vicenda poteva essere ricostruita attraverso gli atti - ha spiegato l'ex assessore all'urbanistica Daniele Galvani - per cui non capisco il senso della convocazione, ma per rispetto alla città non mi sono tirato indietro". Come Galvani (in Comune dal 2002 al 2007 con Ubaldi) anche Francesco Manfredi (dal 2007 al 2011 con Vignali) ha ripercorso le tappe della vicenda Ikea.

In breve, la prima decisione importante è stata la scelta del luogo: "Quando abbiamo deciso di accogliere la sfida di portare Ikea a Parma, piuttosto che 'cederla' alle concorrenti Piacenza e Reggio Emilia, ci siamo trovati di fronte alla forte volontà svedese di insediarsi a Ugozzolo e la necessità di espletare le pratiche in tempi brevi", ha spiegato Galvani. Dopo una prima delibera che ha di fatto sancito la nascita di tre poli commerciali (Ugozzolo, ex Battistero quindi Esselunga, e Eurosia) si è approvata la delibera tuttora in vigore che prevede un quarto polo all'ente Fiere, ricavato diminuendo la superficie di vendita in un primo tempo assegnata a Ikea. In questo modo è stato possibile realizzare la complanare che unisce il casello dell'Autostrada al polo fieristico parmigiano.

Da lì in poi la storia è nota: l'immobiliare, titolare delle concessioni, ha realizzato i capannoni che oggi sono al centro della vicenda contando, evidentemente, sulla possibilità in futuro di aprire a nuove realtà commerciali.

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