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IL CASO

Infomobility, Vignali: "La società si finanzia con un 'aggio' sulle multe"

Presentata un'interrogazione da parte del capogruppo in consiglio comunale della lista che porta il suo nome: "Nel 2023 sono previsti a bilancio 22 milioni derivanti da contravvenzioni"

“Mi era stato detto - e non ci credevo - che il nuovo contratto di affidamento per il servizio di gestione della sosta su aree pubbliche a Infomobility con modalità “in house” fosse finanziato con un “aggio” sulle multe delle righe blu, di quelle per i passaggi attraverso i varchi elettronici e sulle future sanzioni della area verde che, fra l’altro, non è ancora stata autorizzata dal ministero. Ho verificato ed è proprio così”.

Così Pietro Vignali, capogruppo in consiglio comunale della lista che porta il suo nome che ha presentato una interrogazione su questi temi. “Tutto ciò mi sembra surreale e stride per diverse ragioni – spiega -. La prima: Infomobility è una società che conosco bene avendola ideata e costituita che ha una missione ben precisa che è quella di promuovere la mobilità sostenibile e ridurre l’utilizzo dell’auto. Finanziarsi con un corrispettivo sulle multe è quindi una contraddizione nei termini in quanto per sostenere il piano industriale deve sperare che le persone utilizzino il più possibile l’auto e oltretutto anche in modo indisciplinato. E’ è stata infatti autorizzata dal comune a costruire un piano industriale le cui entrate derivano, per il 2023 da multe per 752 mila euro grazie a un corrispettivo di 4,92 sulle sanzioni emesse da righe blu e varchi elettronici e pari a 1,64 per le sanzioni da nuovi varchi Area Verde anche se non sono ancora installati e tanto meno autorizzati dal Ministero. A tutto ciò si aggiungono ulteriori 300 mila euro derivanti dall’aumento del 500% di aumento del permesso Auto Amica Ambiente e di quello per residenti (da 10 a 15 euro per la prima auto e da 10 a 35 euro per la seconda auto e da 10 a 50 euro per il permesso della terza auto)”. “La seconda è che le entrate che derivano dalle contravvenzioni – spiega Vignali – dovrebbero essere destinate a migliorare la manutenzione e la sicurezza stradale e invece non c’è stato alcun investimento in questo senso. Solo 200mila euro in tre anni: briciole che non risolveranno certo le tante criticità che ci sono in città e nelle frazioni. Dai passaggi pedonali quasi tutti spenti, alle piste ciclabili pericolose, ai tanti incroci in cui purtroppo accadono incidenti mortali”.

“A questo punto – prosegue Vignali - mi chiedo: cosa fa Infomobility con tutti questi soldi che incassa dalle multe per la mobilità sostenibile? Mi sembra non un granché fino a ora. Le postazioni fisse di car sharing sono sostanzialmente rimaste le stesse di 15 anni fa e ricordo che a Parma siamo stati la prima città in Italia ad adottare questo sistema di mobilità sostenibile. Erano 11 ora sono 12. Le uniche che sono aumentate sono le postazioni mobili per le quali Infomoibility non ha costi. Le postazioni fisse di bike sharing sono ferme a 46 quando il Pums ne prevedeva 70. Ciò che è stato fatto sono le postazioni mobili che non sono mai decollate, a eccezione dei monopattini, con tutti i problemi che sono conseguiti. La cicletteria in stazione ha orari non consoni a una città turistica come Parma, non è sempre aperta. E chiusa nei giorni festivi e in orari giornalieri in cui i treni devono ancora arrivare. Di velostazioni ce ne è una sola in via Toscana, che nessuno usa perché non è conosciuta. Sono stati dati degli incentivi per le biciclette elettriche, ma non per quelle normali. E non tutti possono permettersi di acquistare una bicicletta elettrica. Inoltre aggiungo che i servizi per il rilascio dei permessi sono di gran lunga peggiorati. Un tempo c’era una postazione fissa di Infomobility al Duc con sei - otto persone dedicate che è stata smantellata e ora il Duc sembra un fortino inaccessibile. Si possono fare o rinnovare i permessi solo su appuntamento od on-line e diverse persone anziane che non sanno usare le nuove tecnologie si sono sentiti rispondere di farsi aiutare da parenti o amici: ciò non è accettabile in una città civile. Anche le informazioni sulle scadenze dei permessi spesso arrivano in ritardo o non arrivano proprio. I parcometri, infine, non sono stati adeguati ai nuovi sistemi elettronici di pagamento”. “Io continuo a pensare che l’obiettivo del Comune e, a questo punto, anche di Infomobility sia di fare cassa con le multe. Non a caso nel 2023 sono previsti a bilancio 22 milioni derivanti da contravvenzioni – conclude Vignali”.

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