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Kurdistan. Romanini: “Il Governo deve farsi promotore di un’iniziativa politico-diplomatica"

Il Presidente dell’Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo curdo interviene in merito alla situazione nel Kurdistan Iracheno

“Chiediamo al Governo e al Ministro degli Esteri di farsi promotori in sede europea ed internazionale di un’iniziativa politico-diplomatica che consenta di stabilizzare le relazioni tra il governo regionale del Kurdistan e l’Iraq attraverso la cessazione e la ferma condanna di ogni forma di violenza o rappresaglia, la fine dell’embargo economico, la riapertura dello spazio aereo e dei collegamenti internazionali. Riteniamo necessario che venga dato pieno riconoscimento all’impegno determinante dei peshmerga (i combattenti curdi) nella guerra contro lo Stato Islamico e che si favorisca il confronto istituzionale tra i diversi partiti con l’obiettivo di condurre il popolo curdo verso una pacifica autodeterminazione”.
 
Così il deputato Pd Giuseppe Romanini presidente dell’Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo curdo, firmatario di una risoluzione in Commissione Esteri.
 
“Il Kurdistan Iracheno, con la riforma costituzionale del 2005, è stato riconosciuto regione autonoma in base a precise garanzie territoriali, economiche ed istituzionali” – ha spiegato Romanini – “forte del contributo determinante dei combattenti curdi nella guerra al sedicente stato islamico, il primo ministro Massoud Barzani ha fortemente voluto e poi indetto un referendum consultivo per l’indipendenza della regione dall’Iraq che si è svolto il 25 settembre e che ha visto la partecipazione di oltre il 72% degli aventi diritto, non solo i curdi, con un’adesione favorevole all’indipendenza superiore al 92%. Tuttavia il governo nazionale iracheno ha immediatamente condannato la consultazione e ha emesso un mandato di arresto nei confronti dei componenti della commissione elettorale indipendente che aveva il compito di presiedere al corretto svolgimento della consultazione, ha disposto la chiusura dello spazio aereo e delle frontiere della regione kurda e ha adottato diverse misure di embargo economico a scopo ritorsivo”.
 
“Con dimissioni del presidente curdo Massoud Barzani, annunciate il 30 ottobre e accompagnate da un chiaro messaggio di accusa rivolto ai paesi occidentali, rei di aver disattesi gli impegni assunti nei confronti dei curdi, si è aperta una fase di incertezza istituzionale che rischia incidere sui già fragili equilibri geopolitici nell’area Medio Orientale. L’Italia non può dirsi indifferente, per l’amicizia che da sempre lega il nostro Paese al popolo kurdo e per la di riconoscenza dovuta verso i combattenti peshmerga il cui sacrificio è stato essenziale nella lotta all’Isis”.

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