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Lega e Vignali: "Teatro Regio monumento nazionale. E il coro va tutelato"

Sono questi i messaggi usciti forti e chiari dall’incontro pubblico organizzato dal Carroccio di Parma nella sala del museo Glauco Lombardi

“Teatro Regio monumento nazionale e no alla sua colonizzazione da parte del Teatro comunale di Bologna”. Sono questi i messaggi usciti forti e chiari dall’incontro pubblico organizzato dalla Lega di Parma nella sala gremita del museo Glauco Lombardi.

L’apertura del dibattito con relativa presentazione degli altri relatori è toccata alla referente provinciale del partito del Carroccio Sabrina Alberini: “Il Teatro Regio è il cuore della parmigianità che la Lega, come partito che ha nel suo DNA di stare tra la gente, vuole difendere perché sono i parmigiani che lo chiedono. Per questo ci siamo mobilitati, sia per la sua valorizzazione con il DDL della senatrice Saponara finalizzato a riconoscerlo come monumento nazionale, sia per salvaguardare le sue maestranze emarginate nella prossima edizione del Festival Verdi per favorire quelle del Teatro Comunale di Bologna”.

La senatrice Maria Gabriella Saponara ha spiegato le ragioni per cui il Regio dovrebbe essere riconosciuto monumento nazionale: “Non è solo un edificio in stile neoclassico di grande valore artistico realizzato da quella sovrana illuminata che è stata Maria Luigia. Fin dalla sua inaugurazione avvenuta nel 1829 è stato uno dei luoghi dove sono state scritte pagine importanti della storia della città e del suo territorio: dai grandi eventi musicali legati alla tradizione lirica verdiana ad altri fatti che hanno lasciato un segno nella società di questa città e del suo territorio. Ma la sua valorizzazione deve andare di pari passo con quella degli altri luoghi verdiani della nostra provincia: i teatri Giuseppe Verdi di Busseto e Girolamo Magnani di Fidenza e la Casa Natale del Maestro a Roncole. Ad oggi il DDL è in Senato, ha superato il vaglio della commissione bilancio, quindi a breve tornerà per l’ultimo passaggio in commissione cultura per poi andare in aula ed infine passare alla Camera dei Deputati. Il tentativo in atto da parte del Teatro Comunale di Bologna di colonizzare con le sue maestranze il Teatro Regio va respinto per le stesse ragioni per cui teniamo alla sua valorizzazione”.  

Dell’assegnazione al Coro stabile del Teatro Comunale di Bologna dell’opera di apertura del Festival Verdi 2022 “La forza del destino” e di come questo fatto ha aperto all’ulteriore emarginazione del Coro del Teatro Regio e delle sue maestranze tecniche in atto dall'insediamento dell'amministrazione Pizzarotti ha parlato l’On. Laura Cavandoli, consigliere comunale della Lega: “Avevo lanciato l’allarme con un'interrogazione al sindaco già nell'ottobre scorso dopo le parole del sovrintendente della Fondazione Teatro Comunale di Bologna durante una audizione alla Camera dei Deputati in cui aveva preconizzato una fusione tra Teatro Comunale di Bologna e Teatro Regio di Parma in unica fondazione lirico-sinfonica regionale, ovviamente tutto a favore di Bologna. Poi c’è stata la presentazione del cartellone per il Festival Verdi di quest’anno con la decisione di affidare l’opera prima, quella che è la vera vetrina per tutta la manifestazione, incredibilmente per la prima volta non al Coro del Teatro Regio ma a quello del Teatro Comunale di Bologna.  A quella presentazione - che ha scatenato rumorose contestazioni e successive polemiche - era presente anche Michele Guerra, assessore alla cultura ed ora candidato sindaco dei pizzarottiani e del PD, che applaudiva alla scelta artistica a discapito di Parma. Ora, grazie anche al lavoro corale con i nostri Consiglieri regionali Rainieri e Occhi che hanno sollevato il problema in Regione Emilia-Romagna, si sta cercando di trovare una soluzione che eviti di penalizzare così tanto il Coro del Teatro Regio e che gli permetta una sopravvivenza. Ovviamente non basta. Il nostro teatro merita molto di più potendo ambire a una maggiore contribuzione del Fondo Unico per lo Spettacolo puntando a maestranze stabili, con più opere e spettacoli”.

La conclusione dei lavori è infine toccata al candidato sindaco civico sostenuto dalla Lega e da altre forze di centrodestra, Pietro Vignali: “La vicenda del coro del Regio emarginato nel Festival Verdi ricorda quella dell’orchestra dello stesso Teatro, che quando ero sindaco la Regione mi chiedeva continuamente di sostituire con l’orchestra regionale Toscanini. L’hanno liquidata nel 2012, appena arrivato il nuovo sindaco. In questi 10 anni in cui Parma è diventata una città spenta anche culturalmente è continuato lo svilimento del nostro Teatro e la marginalizzazione delle sue maestranze. La sostituzione del coro del Regio con quello del Comunale serve principalmente a garantire all’ente lirico bolognese più fondi ministeriali del FUS. Il Regio di Parma viene penalizzato per garantire più fondi ministeriali al Teatro di Bologna. La nostra città merita di più. Dobbiamo valorizzarla, renderla più attrattiva anche con la Cultura, a partire dalle sue eccellenze. Tra queste c’è sicuramente il Teatro Regio. Sarebbe pertanto molto importante che diventasse monumento nazionale”.

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