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"Linee guida del comitato tecnico inapplicabili: l'Italia non è un Paese per bimbi"

L'opinione della deputata parmigiana della Lega Laura Cavandoli, membro della commissione parlamentare Infanzia e adolescenza

"Dopo aver letto le direttive del Comitato tecnico scientifico, mentre provavo a spiegare ai miei figli come dovranno essere le classi alla ripresa di settembre, ci siamo guardati e abbiamo capito che le scuole non riapriranno mai, o se lo faranno, sarà il caos. Per come sono fatti i nostri edifici scolastici, per come è impostata la didattica e anche per il semplice buonsenso, le direttive del Comitato sono inapplicabili. L’Italia di oggi non è un Paese per bimbi e nemmeno per famiglie.

Attualmente le nostre scuole hanno una media di 25 alunni per classe: è pressoché impossibile realizzare il distanziamento di un metro tra i banchi. Gli spazi non sono sufficienti.

Anche l'ipotesi degli ingressi scaglionati e differenziati sembra irrealizzabile: con mamme e papà che devono timbrare il cartellino alle 8.30 ci saranno seri problemi organizzativi, purtroppo sempre a carico delle famiglie.

I 331 milioni stanziati per il capitolo sicurezza nella scuola, che riguardano varie voci (edilizia, dispositivi di protezione, ecc.) sono evidentemente insufficienti. La scuola italiana ha bisogno di ben altri investimenti, per garantire ambienti scolastici diversi, adeguati alle nuove esigenze, diminuire il numero degli alunni per classe, assumere nuovo personale docente e di un serio e ampio dibattito sulla didattica".

Così la deputata parmigiana della Lega Laura Cavandoli, membro della commissione parlamentare Infanzia e adolescenza

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