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"Magazzino Amazon? Un'altra minaccia per il futuro della città"

Rifondazione critica le parole del sindaco Pizzarotti: "Il nuovo impianto occuperebbe oltre 10.000 metri quadri di terreno non edificato con la conseguenza di altra cementificazione"

La vicenda dell'apertura di un nuovo magazzino a Parma, annunciata dal colosso statunitense nei giorni scorsi, continua a suscitare polemiche, soprattutto per le parole del sindaco Federico Pizzarotti, che ha espresso soddisfazione per la notizia. Rifondazione Comunista critica aspramente le parole del primo cittadino. 

"Quale città? L’ipotesi di un magazzino Amazon a Parma  - si legge in una nota - è un’altra minaccia sul futuro della città che ci troveremo ad affrontare dopo avere appreso nei giorni scorsi che aeroporto cargo e Ti-Bre sono ancora all’ordine del giorno. Sono tre progetti interconnessi: rispondono a una stessa logica che tutto sacrifica al procedere incontrollato del ciclo consumo-profitto.

Il futuro della distribuzione non può essere organizzato con trasporti su aereo e su gomma (i più inquinanti) da tutti i continenti a tutti i domicili a massima velocità e con l’utilizzo di imballaggi a dismisura. Tutto questo non è sostenibile da un punto di vista ambientale e la vivibilità dei centri abitati non ne trarrebbe certo beneficio, per l’ulteriore incremento del traffico e per la chiusura di altri negozi di quartiere.

Non si capisce dunque il motivo della soddisfazione espressa da Pizzarotti per la proposta di Amazon.

Soddisfazione per nuovi posti di lavoro? Ma dobbiamo anche chiederci quale città vogliamo; questo sarebbe il punto di vista specifico per una amministrazione comunale, che, inoltre, non dovrebbe nemmeno essere indifferente alla qualità di lavoro che questa azienda propone portando alle estreme conseguenze, come è noto, la logica della precarietà, della flessibilità, della negazione dei diritti, della decurtazione dei salari. Non dimentichiamo poi che ai nuovi posti di lavoro (100?) corrisponderebbe la perdita di altra occupazione nel commercio al dettaglio.

Aggiungiamo inoltre che il nuovo impianto occuperebbe oltre 10.000 metri quadri di terreno non edificato con la conseguenza di altra cementificazione: uno dei mali che già affliggono la nostra provincia e la nostra regione. Non si è avuto nemmeno il buon senso di pensare all’utilizzo di una struttura tra le tante in disuso.

E’ necessario contrapporre un’altra idea di città ai propositi di Pizzarotti e di Bonaccini ancorati a un modello di sviluppo superato che continua a fare solo danni. Ma questo è possibile solo se tutti coloro che si riconoscono in questa esigenza sapranno unire le loro forze. Consideriamo un segnale incoraggiante le proposte per la città elaborate da Manifattura Urbana insieme a numerose altre associazioni, sia per i contenuti che vanno nella giusta direzione, sia per il metodo teso ad unire: puó essere un buon punto di partenza". 

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