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"Parma, Italia e mondo e i figli di un dio minore"

L'intervento del consigliere comunale Marco Maria Freddi sul Consiglio Comunale di ieri

"Il Consiglio Comunale di Parma di ieri - si legge in una nota del consigliere comunale Marco Maria Freddi - ha regalato nuovi spunti di riflessione per coloro che guardano ad una società aperta e al Partito Democratico come sua espressione politica, temi che il consiglio comunale, nonostante le promesse, non permette ai consiglieri comunali di approfondire privando i cittadini di comprendere chi-pensa-cosa.

Demografia e famiglie, l’eterno conflitto israeliano palestinese e la conciliazione tra sviluppo e sostenibilità, tre aspetti, apparentemente scollegati tra loro ma che dovrebbero essere uniti da un unico approccio politico.

La destra bigotta e familistica, da sempre guarda al tema famiglia come ad un feticcio da brandire, famiglia tradizionale rigorosamente composta da mamma e papà, avversa come non esistessero, le famiglie con due papà o due mamme, quelle allargate dove ci si aiuta senza vincoli di parentela o quelle dei papà trans che concepiscono e partoriscono i propri figli.

Una destra bigotta e familistica, rappresentata dalla estrema destra di Lega e dei Fratelli Italiani, asservita alla visione dei vescovi italiani e al loro chiodo fisso della teoria del gender, visione che non tiene conto della realtà della società, delle sue conquiste e dell’emancipazione da “visioni assolute, da convinzioni ritenute uniche e non disposte al dialogo”, insomma, famiglie di un dio minore.

Ma al netto della visione di famiglia tradizionale o di famiglie che la società laica e consapevole della realtà esprime, sta di fatto che se anche tutte le donne fertili residenti in Italia decidessero oggi di avere un figlio, prima che i figli nati possano contribuire alla crescita del Paese Italia, passerebbero tra i venti e venticinque anni.

E fino ad allora? Da oggi al prossimo quarto di secolo quali le politiche di sostegno alla denatalità e ai cambiamenti sociali?

Dico alla consigliera nonché onorevole Laura Cavandoli, che dovremmo unirci in una battaglia comune di buon senso che guarda ai numeri e non alla ricerca del consenso: questo paese ha bisogno di più immigrazione.

Dopo la recente presentazione dello studio dell’Istituto Cattaneo è notizia di questi giorni che il comparto turistico e di ristorazione ha problemi nel trovare personale, insomma si riapre nel “post-covid” con mancanza di personale.

La salvezza demografica nazionale passa anche attraverso una politica immigratoria non ideologica e razzista ma pragmatica, abbiamo bisogno di nuovi italiani a sostegno del nostro comparto industriale e della demografia nazionale.

Andiamo a prenderli, in aereo, immaginiamo bandi mirati a professionalità mirate e ripopoliamo le aree rurali e montane, i nuovi italiani non sarebbero figli di famiglie di un dio minore ma figli del mondo e quindi italiani, cui noi siamo solo piccola quota parte.

Poi il pensiero, l’angoscia ti prende quando pensi ai bambini palestinesi, alle famiglie palestinesi e all’utilizzo dei bambini, certamente non figli di un dio minore, usati a propaganda politica e penso ai nostri figli, ai giovani nostri figli che ho visto in Piazza Garibaldi a Parma, bianchi e neri, celebrare l’odio per Israele.

Credo la sinistra a sinistra del Partito Democratico abbia una grande responsabilità politica e sociale.

Giorgio Bocca definiva “compagni che sbagliano” chi, per motivi incomprensibili negli anni ’70 uccidevano, io dico, cari compagni a sinistra del Partito Democratico, fermatevi!

Portare in piazza giovani, nostri figli, bianchi e neri, inneggiare all’odio per Israele significa non aver compreso ciò che è accaduto nel secolo scorso, significa essere ancora fermi ad una idea di politica che non solo è stata sconfitta dalla storia ma che al pari dei fascisti e dei razzisti delle destre vomitano odio, è il dilemma del fascismo dell’antifascismo che a fasi alterne si ripresenta nel nostro Paese.

Chiedo alla commissione comunale parmigiana cosiddetta “Segre” che al momento si occupa di bon ton, di estetica semantica e di didattica generale di occuparsi di ciò che è emerso nella manifestazione pro-palestina e se potesse allargare la sua azione alla politica, visto che di politici è composta, di riprendere e diventare protagonista nonviolenta di una lotta, la lotta del 1988 di Marco Pannella che chiedeva di allargare le frontiere europee fino a comprendere lo stato ebraico come “unica possibilità di una rivoluzione democratica e di pace in tutto il medio oriente”.

I figli delle famiglie palestinesi, dove la demografia è ben altro di ciò che accade in Italia, sono figli di un dio minore, usati dal governo della striscia di Gaza come scudi umani, sono usati mediaticamente per arrivare alla pancia delle persone, figli nati come “conigli”, come diceva Francesco de Gregori, sono funzionali alla guerra perpetua e alla propaganda d’odio di Hamas ma, nonostante ciò, la sinistra a sinistra del Partito Democratico non riesce a fare un passo in avanti non riuscendo a guardare, israeliani o palestinesi che di guerra e odio si alimentano, nello stesso modo.

Poi ci sono i figli delle start-up, i figli di un mondo che non sa leggerli.

Sono i figli dei giorni d’oggi, figli di quei mestieri che chi ha compiuto quarant’anni non conosce, non comprende e perché non li conosce e non può controllarli e per questo scambia una tutela ambientalista a una battaglia di stampo ideologico per essere sempre contro qualcosa, illudendosi che essere sempre contro qualcosa è un buon servizio per la società.

Un mondo che ancora è legato ad una visione di lotta continua senza tregua che ha bisogno di giustificare la sua esistenza in vita con l’essere contrario a tutto.

I vecchi, e non è una questione anagrafica, si lasciano spesso trasportare dalla corrente, rappresentare un reale processo di fraternità e giustizia per tutti - parafrasando le parole del nostro Vescovo - che in nessun modo diventino slogan attraenti quanto vuoti ma puro dialogo è la sfida, a Parma e in Medio Oriente.

Figli di un dio minore, i nuovi italiani lo sono perché non riconosciuti come tali, lo sono i figli della striscia di Gaza come quelli usati nelle manifestazioni parmigiane contro Israele, lo sono i figli delle start-up e le loro difficoltà nel vivere in un paese abitato da vecchi, ma come Radicale dico che il dialogo deve farsi corpo, deve essere speranza e pertanto sfida, la speranza e la sfida della Società Aperta".

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