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Pd: "Quei 600mila euro che Vignali prese dalle tasche dei parmigiani per la propria immagine"

"Il racconto elettorale del candidato di centrodestra “dimentica” di citare i tanti episodi di mala amministrazione che hanno portato alle dimissioni da Sindaco e al dissesto del Comune"

Pietro Vignali decanta, ogni giorno, le “magnifiche sorti e progressive” della sua sindacatura 2007/2011. A sentire queste valutazioni – è l’intervento del Partito Democratico di Parma - non si comprende come quella legislatura sia stata interrotta anticipatamente dalle dimissioni del primo cittadino arrivate sotto il peso di una serie di atti di mala amministrazione, che hanno lasciato il Comune e il sistema delle Società Partecipate in una situazione disastrosa: circa 800 milioni di debiti.

Viene il dubbio che il candidato sindaco, che si dichiara “vittima della giustizia”, non abbia riletto la sentenza 7906/15 N.R. Sent. emessa dal G.U.P. di Parma in data 17.11.2015. Sentenza, emessa in esito alla richiesta di essere condannato ad una pena concordata avanzata dallo stesso Pietro Vignali (il c.d. patteggiamento). E chiedere di essere condannato non vuol propriamente dire protestare la propria innocenza, come, del resto, ottenere la riabilitazione non significa essere assolti, ma solo essersi comportati bene dopo essere stati condannati per uno o più reati.
Da quella sentenza emerge il quadro di un sistematico ricorso, in diverse forme, alla distrazione di denaro pubblico per finalità elettorali o di propaganda (tecnicamente, è “peculato”) con il coinvolgimento di privati e di numerose società pubbliche.

Un esempio di quella mala amministrazione riguarda i circa 600mila euro di “denaro pubblico del Comune di Parma e della società Enia s.r.l.” che, secondo la sentenza citata sono stati distratti “a favore dell’assessore e successivamente sindaco Pietro Vignali dalla finalità pubblica cui erano destinati (...) utilizzati a fini privati ovvero al fine di sostenere i costi della campagna elettorale dell’assessore Vignali” (pagg. 1 -2 sent.). E ancora: di somme pagate per il tramite di società partecipate del Comune di Parma per fatture “apparentemente riferite a consulenze” ma “in realtà relative all'attività svolta per la promozione dell'immagine dello stesso Vignali” (pagg. 3 , 6 sent.).
Di “buon governo” tra il 2007 ed il 2011 non se ne è proprio visto con buona pace del candidato sindaco, che continua a parlare della stagione dell’oro (per chi?) vissuta da Parma durante la sua sindacatura, senza mostrare nessun segno di revisione critica di quella sciagurata stagione e dei metodi di governo applicati. Tutto questo deve preoccupare perché significa che, ove eletto, Pietro Vignali farebbe subire alla città quegli stessi metodi di governo e, più complessivamente un nuovo disastro".

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