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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Pizzarotti all'Anci: "Ripartiamo, c'è urgenza di riprendere in mano la vita"

Il sindaco dal palco dell'assemblea: "Da un possibile default economico, dopo 10 anni Parma è diventata la Capitale Italiana della Cultura guadagnandosi la stima e il rispetto del Paese"

"Da questo palco, oggi, posso affermare con convinzione e forza che noi sindaci siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre. Saremo certamente al fianco del governo, ma le città dovranno essere interlocutrici del piano di rinascita, non meri esecutori. C'è urgenza di riprendere in mano la vita di tutti i giorni, e noi più di tutti avvertiamo i bisogni e le esigenze dei nostri concittadini: chiedono di poter tornare a vivere in sicurezza e serenità". Così il sindaco di Parma Federico Pizzarotti nella prima giornata dei lavori dell'assemblea nazionale Anci che si è aperto ieri a Parma, la città Capitale Italiana della Cultura, "giunta al secondo anno di attività - spiega il sindaco -. Come purtroppo sappiamo, il primo è stato in parte compromesso dalla pandemia; Parma non si è inginocchiata agli eventi: assieme a voi e a tutte le città ha retto l’onda d’urto, si è rialzata e ha ripreso il cammino della crescita. Un cammino costante ma lento, su cui oggi e nei prossimi due giorni si concentrerà l’attenzione della Nazione. “Rinasce l’Italia” è più di una speranza: deve diventare un imperativo. Le nostre città sono attraversate da un velo latente di incertezza, ognuno di voi lo potrà confermare: vi è insicurezza su quando finirà la pandemia, su quello che avverrà subito dopo, sulle conseguenze sociali che sta causando, sul futuro in relazione al mondo che cambia e che, giocoforza, è già cambiato.

Un velo di incertezza, è vero, ma anche una grande voglia di rinascere e di tornare a vivere. Parlando quotidianamente con la nostra gente noi sindaci avvertiamo queste due emozioni contrastanti. Parma è una città abituata a rimboccarsi le maniche. Quando nel 2014 un’alluvione colpì interi quartieri devastando strade, piazze e case, in una sola settimana i parmigiani avevano ripulito la città. Armati di badili e carriole si diedero una mano l’un l’altro guarendo i quartieri devastati. Siamo fatti così, la storia ci è testimone: nei momenti difficili tiriamo fuori il meglio di noi.

Abbiamo finalmente lo strumento, il Pnrr, ora dobbiamo metterci all’opera. Da questo palco, oggi, posso affermare con convinzione e forza che noi sindaci siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre. Saremo certamente al fianco del governo, ma le città dovranno essere interlocutrici del piano di rinascita, non meri esecutori. C’è urgenza di riprendere in mano la vita di tutti i giorni, e noi più di tutti avvertiamo i bisogni e le esigenze dei nostri concittadini: chiedono di poter tornare a vivere in sicurezza e serenità.

“Rinasce l’Italia”, quindi, non è solo la speranza di riprendere in mano il tempo della vita, è un dovere che ci deve spingere ad agire. Sono contento e orgoglioso che il messaggio parta forte e chiaro dalla mia città, da Parma, che in questi anni ne ha vissute davvero tante. Le abbiamo superate tutte con estrema serietà e con le maniche rimboccate. Da un possibile default economico, dopo 10 anni Parma è diventata la Capitale Italiana della Cultura guadagnandosi la stima e il rispetto del Paese: la considero l’evoluzione-simbolo di una città che, come le vostre, non si arrende di fronte alle avversità ma le affronta con determinazione.

Dieci anni intensi al servizio della città che mi ha visto nascere e crescere. Dieci anni in cui tutte le mattine ho alzato la saracinesca di Parma, e tutte le sere l’ho richiusa chiedendomi se tutto quello che ho fatto è stato sufficiente o se si poteva fare di più. Di noi si è detto più volte: “Solo un pazzo può fare il sindaco”. In questa sala, evidentemente, lo siamo un po’ tutti. Il nostro è un duro lavoro, forse il più duro tra quello delle istituzioni italiane, ma è il più appagante. Ed è il più appagante perché siamo le uniche istituzioni che hanno il privilegio, oppure l’onere, di essere il vicino di casa di tutti. Non perdiamo mai di vista la nostra mission, perché rappresenta il senso profondo della politica: l’arte di coniugare l’ideale col mondo del realizzabile, mantenere gli occhi fissi sulle stelle con i piedi immersi nel fango. Siano tre giorni in cui si tracci il cammino delle nostre città e dell’Italia, che dopo due anni di sacrifici e fatiche attende solo di tornare finalmente a vivere e di rinascere".

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