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Pizzarotti elogia Calenda e sentenzia: "L'asse Pd-M5s? E' impossibile anche in Emilia-Romagna"

Il primo cittadino di Parma e presidente di Italia in Comune ospite della trasmissione Omnibus di La 7

Il voto sulla piattaforma Rousseau sull'accordo del M5s con il Pd? Serve anche a "depotenziare" il ruolo di Giuseppe Conte. Il sindaco di Parma e presidente di Italia in Comune  Federico Pizzarotti, stamattina ha parlato a Omnibus su La7. "Sicuramente Conte ha avuto un impatto positivo sui cittadini e sugli elettori- ragiona Pizzarotti- rispetto all'approccio piu' da gioco di cortile che tendenzialmente hanno gli esponenti del M5s, pensando a Danilo Toninelli o ad altro". Dunque, "la difesa del 'facciamo votare su Rousseau' e' anche per depotenziare quello che sicuramente e' un ruolo di Conte", afferma il sindaco. Per quanto riguarda poi la possibile intesa di Governo, per Pizzarotti e' il Pd che rischia di piu'. "

E' il partito di governo per definizione, cioe' per stare al Governo- afferma Pizzarotti- e quindi meno di altri subisce quando va insieme ad altri". Mentre "altri hanno molto da perdere e penso al M5s", continua Pizzarotti. Per i pentastellati e' stato piu' semplice stringere l'accordo con la Lega, perche' "il nemico pubblico era il Pd, che governava in tutte le Regioni- e' la riflessione di Pizzarotti- e che per anni e' stato il partito degli arresti e dei furti, quindi oggi e' molto piu' imbarazzante fare un accordo con il Pd di quanto lo e' stato con la Lega". Questo partendo dal presupposto che il M5s "non ha una una linea e suoi valori, e' a seconda delle persone che parlano che hanno un'opinione: se parla Roberto Fico- continua Pizzarotti- e' piu' centrosinistra, se parlano Luigi Di Maio o Alessandro Di Battista e' piu' centrodestra".

Al punto che "ha detto bene ieri Manlio Di Stefano, nella sua assurdita', 'per me Pd o Lega pari sono'. Ma e' evidente che pari non sono", afferma Pizzarotti: "Ognuno ha la sua opunione, ma non puoi dire 'salto da una parte all'altra' pur di stare al Governo". In tutto questo, ad oggi "non e' chiaro all'interno del M5s chi ha il potere", sostiene Pizzarotti: "Chi partecipa alle riunioni? Chi decide? Questo rimane sempre nell'ambito delle amicizie. Come mai c'era Paola Taverna e non Carla Ruocco? Non lo sapremo mai". Infine, Pizzarotti commenta cosi' l'ipotesi che possa essere Nicola Morra la figura nuova in casa M5s: "Spero di no, visti i risultati a casa sua, in Calabria e a Cosenza".

"Penso sia abbastanza improbabile e impossibile" ha detto Pizzarotti. "Anche prima, quando governava con la Lega, il M5s ha sempre mantenuto una sua indipendenza sulle elezioni e non per un calcolo di risultato, ma per il calcolo che a livello centrale alcune dinamiche si riescono a gestire, mentre a livello periferico vorrebbero dire l'implosione totale, piu' di quello che gia' sta avvenendo, delle singole liste M5s".

In Emilia-Romagna, segnala Pizzarotti, un "no" e' gia' arrivato da "consiglieri talebani del M5s in regione, che hanno offeso il Pd fino ieri e hanno detto 'mai con il Pd in Regione'. E penso avverra' anche nelle altre Regioni e nei Comuni. Un conto e' il centro, un conto sono le periferie".

Il sindaco ha invece elogiato Carlo Calenda che "forse e' l'unico a far sentire la propria voce in modo chiaro". In particolare, a Pizzarotti e' stato chiesto un commento al post con cui Calenda ha sottolineato che la decisione di far passare dalla piattaforma Rousseau l'ipotesi di accordo M5s-Pd viene assunta da Luigi Di Maio "in spregio a ogni prassi istituzionale. Basta. Mi appello a Paolo Gentiloni e Nicola Zingaretti- ha scritto Calenda- perche' facciano cessare questo sconcio. Dopo aver ingoiato Conte e Di Maio non possiamo continuare a umiliarci in questo modo". E Pizzarotti afferma: "Sono perfettamente d'accordo con Calenda, anche rispetto ad altre prese di posizioni abbastanza nette. Forse e' l'unico a far sentire la propria voce in modo chiaro". (Pam/ Dire)

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