rotate-mobile
Politica

Bocchi: "Da Forza Italia e Lega veti incomprensibili per la scelta di Vignali, no a una campagna elettorale con lo specchietto retrovisore"

Intervista al candidato di Fratelli d'Italia: "Parma deve recuperare centralità ed autonomia, affrancandosi dall'abbraccio mortale e soggiogante di Bologna e del Pd di Bonaccini: attueremo un piano straordinario per la sicurezza e il decoro urbano e una riorganizzazione del welfare"

"Quando abbiamo appreso che Forza Italia e Lega hanno deciso di sostenere Vignali abbiamo dovuto compiere una scelta: difficile e sofferta. L'abbiamo fatto soprattutto per coerenza, consapevoli che proprio la coerenza ha premiato Giorgia Meloni e il nostro partito, tanto che oggi sembra essere il primo partito italiano". Priamo Bocchi è il candidato di Fratelli d'Italia, che ha deciso di correre da solo, dopo la scelta - da parte delle altre forze di centrodestra di sostenere dell'ex sindaco Pietro Vignali. Parma deve recuperare centralità ed autonomia, affrancandosi dall'abbraccio mortale e soggiogante di Bologna e del Pd di Bonaccini. Attueremo un piano straordinario per la sicurezza e il decoro urbano e una riorganizzazione del welfare che sia attenta al sostegno alle nuove povertà, alle famiglie, alla natalità, ai disabili". 

Fratelli d'Italia ha scelto di non sostenere Pietro Vignali, a differenza degli altri partiti di centrodestra. Quali sono state le difficoltà nel prendere questa posizione? 

"Fratelli d'Italia ha sempre lavorato per mantenere l'unità del centrodestra a Parma così come nelle altre città che andranno al voto. I numeri dei quali siamo accreditati oggi ci legittimano come una componente importante della coalizione. Purtroppo il tavolo provinciale che doveva affrontare il nodo dell'individuazione di un candidato sindaco civico si è ben presto arenato per scarsa volontà di condivisione, fughe in avanti, incomprensibili veti. Quando abbiamo appreso che Forza Italia e Lega hanno deciso di sostenere Vignali abbiamo dovuto compiere una scelta: difficile e sofferta. Alla fine, suffragati da tanti parmigiani che ci spronavano a farlo, insieme ai nostri dirigenti nazionali abbiamo deciso di correre in autonomia con un nostro candidato e la scelta è caduta su di me. L'abbiamo fatto soprattutto per coerenza, consapevoli che proprio la coerenza ha premiato Giorgia Meloni e il nostro partito, tanto che oggi sembra essere il primo partito italiano". 

Cosa pensa della candidatura di Pietro Vignali, che ha provocato alcuni malcontenti anche all'interno della coalizione di centrodestra? 

"Rispettiamo ovviamente la scelta di Vignali e di chi lo sostiene. Se però abbiamo compiuto questa scelta è perché ritenevamo che non fosse interesse della città affrontare una campagna elettorale con lo specchietto retrovisore, tutta rivolta al passato. L'agorà politica non può trasformarsi in una sorta di camera di giudizio di un tribunale su scelte e vicende di 10, 15 anni fa. Serve guardare invece alla Parma del futuro, con un rinnovato spirito di unione, senza nostalgismi ed evitando di riaprire le vecchie ferite che una stagione politica superata aveva creato nella nostra comunità cittadina". 

Quali sono i punti del programma che vi distinguono dalle due coalizioni principali? 

"Siamo una forza conservatrice, moderna, affidabile, seria, coerente e i sondaggi ci accreditano essere oggi il primo partito italiano: per questo credo che possiamo avere l'ambizione di rappresentare anche a Parma una "coalizione principale". Abbiamo aperto la nostra lista a figure della società, non necessariamente militanti o iscritte al partito. Abbiamo un programma che affronta le principali criticità della città di oggi e che si propone di gettare le basi per la Parma dei prossimi 30 anni. Parma deve recuperare centralità ed autonomia, affrancandosi dall'abbraccio mortale e soggiogante di Bologna e del Pd di Bonaccini.

La nostra vocazione sociale, i nostri valori profondi e radicati di riferimento, la Tradizione e l'Identità, l'amore per il luogo che abitiamo, la nostra porzione di patria, orientano il programma e le nostre proposte. I capitoli essenziali sono: un nuovo welfare al servizio delle famiglie e della natalità, infrastrutture, un rilancio culturale che abbracci ogni campo dell'arte e che verta non solo sui grandi eventi ma sull'attivazione, il sostegno e il coinvolgimento delle associazioni del terzo settore (abbiamo proposto un assessorato all'associazionismo), il potenziamento dei servizi educativi, la sicurezza, il decoro urbano, il rilancio del commercio, la rigenerazione urbana, una nuova mobilità che sia sostenibile ma che non penalizzi la vita di cittadini e attività del commercio, digitalizzazione, turismo, sport, raccolta dei rifiuti. Vorremmo una Parma davvero Smart, sicura, pulita, attenta ai bisogni delle persone più fragili, degli anziani e dei disabili quanto ricca di opportunità per i ragazzi e le imprese: un luogo dove ogni giovane possa immaginare di costruirsi una famiglia e progettare il proprio futuro".  

I primi tre provvedimenti che prenderebbe da sindaco: secondo il suo punto di vista di cosa avrebbe bisogno Parma nei prossimi cinque anni e cosa è mancato in questi dieci anni di amministrazione Pizzarotti? 

"Prime tre cose. Un piano straordinario per la sicurezza e il decoro urbano per il quale servirà potenziare il corpo della polizia municipale, oggi sottodimensionato, finalizzato ad un maggiore controllo delle strade e all'applicazione rigorosa delle ordinanze.

Una riorganizzazione del welfare (voce più importante del bilancio comunale) che sia attenta al sostegno alle nuove povertà, alle famiglie, alla natalità, ai disabili (con attenzione all'autismo e al Dopo di noi) e a chi se ne prende cura.

Creare un assessorato all'associazionismo in grado di rapportarsi più direttamente con le associazioni del terzo settore, vitali presidi di socialità, cultura e parmigianità, per attuare una reale coprogettazione di attività, che le sostenga e ne faciliti gli adempimenti burocratici. 

In questi dieci anni rimprovero a Pizzarotti di aver amministrato con scarso spirito di ascolto e di partecipazione. Troppe sono state le iniziative e i provvedimenti divisivi, adottati in ossequio ad un orientamento prettamente ideologico e aderente all'odioso catechismo del politicamente corretto. La città è regredita in tanti ambiti e troppi sono i problemi reali che ha spesso negato o minimizzato. Parma oggi ha soprattutto bisogno di ritrovare uno spirito comunitario e di coesione sociale". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bocchi: "Da Forza Italia e Lega veti incomprensibili per la scelta di Vignali, no a una campagna elettorale con lo specchietto retrovisore"

ParmaToday è in caricamento