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“Realizzare piste tagliafuoco nei boschi dell’Appennino”

La Lega promuove un'interrogazione per promuovere la realizzazione di apposite piste tagliafuoco nei boschi appenninici e, in generale, per una maggiore manutenzione della rete stradale forestale

“Si intende promuovere la relaizzazione di apposite piste tagliafuoco nei boschi appenninici, soprattutto nelle zone più esposte al rischio incendio?”.

Lo chiede la Lega in una interrogazione affrontata negli odierni lavori della commissione Territorio e ambiente dell’Assemblea legislativa regionale. Il Carroccio, nel suo atto ispettivo, parte dai diversi incendi sviluppatisi nello scorso marzo nell’appennino parmense, riconducibili a un’estrema siccità ma anche a un “evidente degrado e abbandono della rete di carraie e strade forestali che ha reso difficile l’accesso dei mezzi di soccorso alle aree interessate dagli incendi”.

Individuando nello spopolamento dell’Appennino la causa principale del decremento delle attività agricole e forestali, con conseguente diminuzione delle operazioni di manutenzione dei boschi, i leghisti chiedono se la Giunta “intende promuovere la realizzazione di apposite piste tagliafuoco nei boschi dell’Appennino, in particolare nelle aree più esposte al rischio incendio” e parimenti se si vuole incentivare una “maggiore manutenzione della rete stradale forestale coinvolgendo anche tutti i portatori di interesse”.

All’atto ispettivo ha risposto l’Assessore alla Montagna, Parchi e Forestazione, la quale ha confermato come "il pericolo degli incendi boschivi sia al centro dell'azione della Regione e del governo, come testimoniato dalle risorse messe a disposizione per la creazione di piani straordinari di azione nelle aree interne". La responsabile della montagna, poi, ha ricordato il bando appena conclusosi per lo sviluppo rurale, a cui seguirà altra analoga iniziativa a breve e che si accompagna al bando specifico per la manutenzione della sentieristica con risorse più che raddoppiate.

La Lega, in fase di replica, si è detta soddisfatta delle risposte ottenute ma auspica "una presa di coscienza sul ruolo delle tante categorie che vivono la montagna e che possono sopperire alle mancanze dei comuni e degli enti territoriali rispetto a chi li vorrebbe marginalizzare".

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