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Regionali, Marta Collot di Potere al Popolo: "Bonaccini e Borgonzoni? Fingono di scannarsi ma sono d'accordo su tutto"

La candidata alla presidenza della Regione all'Argonne: "Grandi opere, privatizzazioni e autonomia differenziata, non c’è nessuna differenza sostanziale tra Pd e Lega, che difendono gli interessi di pochi continuando a sfruttare gli ultimi"

Alle 11.30 di oggi, presso la sala civica di via Argonne, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della candidata presidente alla Regione per Potere al Popolo, Marta Collot, ventiseienne lavoratrice precaria e laureata in conservatorio. Ad accompagnarla, i candidati consiglieri per la provincia di Parma Sofia Bacchini (28 anni, ricercatrice precaria) e Stefano Carosino (33 anni, lavoratore precario e consigliere comunale a Busseto).

Collot introduce una proposta “fuori e contro un sistema di potere a due facce”, che non fa sconti né alla Lega di Borgonzoni né al Presidente uscente Bonaccini. «Fanno finta di scannarsi tra di loro – spiega Collot – quando in realtà sono d’accordo su tutto: grandi opere, privatizzazioni e autonomia differenziata, non c’è nessuna differenza sostanziale tra Pd e Lega, che difendono gli interessi di pochi continuando a sfruttare gli ultimi. Per questo abbiamo deciso di correre da soli, per dare voce ai lavoratori, agli sfruttati e ai delusi dalla politica. Ed è con questi che cerchiamo l’unità. Ma soprattutto non abbiamo l’ossessione delle percentuali e non ci servono “follower”: abbiamo bisogno di un progetto nuovo e lavoreremo per dare forza a questo, soprattutto a partire dal giorno dopo il voto».

Al centro del programma, ambiente, lavoro e servizi pubblici. «L’ambiente è uno dei nodi fondamentali del nostro tempo – spiega Bacchini −: non abbiamo bisogno di colate di cemento e grandi opere utili solo al profitto di qualche azienda, come l’aeroporto cargo a Parma. Sono vent’anni che è condannato alla perdita costante, dallo stesso mercato adorato da chi vuole ora trasformarlo in uno scalo merci. Se stessimo alle regole della domanda/offerta si dovrebbe bonificare la zona e smettere del tutto l’attività aeroportuale a Parma. Invece, si punta ancora a consumo del suolo, con i mezzi più inquinanti in assoluto (gli aerei cargo, appunto). Inoltre, facendo della città ducale un polo logistico, aumenterebbe il traffico su gomma. Noi ci schieriamo al fianco dei comitati di cittadini che capiscono la gravità della situazione e lottano contro
queste opere».

Per Collot, l’unica vera opera utile è la manutenzione delle infrastrutture esistenti e la salvaguardia dei territori «con cui contrastare il dissesto idrogeologico che minaccia continuamente la nostra regione – dice la candidata Presidente −. La legge regionale sul consumo di suolo, voluta da Bonaccini, va abolita proprio perché va nella direzione opposta: in questa legge, si fissa un tetto al consumo di suolo al 3% l’anno, salvopoi affermare che è possibile superare questo tetto in caso di non meglio specificate opere “strategiche”. In pratica, permette accordi operativi tra amministrazione e privati con cui la gestione e il controllo va in mano ai privati sfuggendo al controllo pubblico. Noi vogliamo rimettere al centro la pianificazione della città secondo i bisogni di tutti e non gli interessi di pochi. D’altronde è a questo che serve  l’urbanistica».

Sul lavoro, Potere al Popolo propone «un minimo di dignità – dice Carosino −: qualunque azienda che concorre agli appalti pubblici in regione deve garantire un salario minimo di 9 euro l’ora ai suoi dipendenti. Non solo sarebbe un modo concreto di contrastare la diffusione di lavoro povero in Emilia-Romagna, ma farebbe anche da antidoto all’infiltrazione mafiosa, ormai stabile anche qui. Ma siamo per un modello diverso da quanto sostenuto sia da Bonaccini che Borgonzoni, anche per quanto riguarda servizi come sanità e istruzione. Loro puntano alla privatizzazione di scuole e ospedali, non a caso entrambi sostengono la proposta di autonomia differenziata, un provvedimento che permetterebbe di spingere proprio in questa direzione. Noi siamo dalla parte opposta: per noi i servizi devono essere pubblici, solo così si può garantire a tutti i cittadini il loro diritto alla salute e all’istruzione. Si guardi, per esempio, alle infrastrutture in
provincia di Parma: c’è una grande attenzione ad opere come la Tibre, mentre si è completamente indifferenti a opere piccole e fondamentali come il ponte di Ragazzola o quello di Colorno. La situazione dei trasporti è drammatica anche nella viabilità ferroviaria: la Parma-Brescia è disastrosa e la Fidenza-Cremona è addirittura la peggiore in tutta l’Emilia-Romagna. Insomma, è necessario un cambio di rotta con sostegno delle infrastrutture minori, non abbiamo bisogno di spendere fiumi di denaro pubblico per imprenditori amici. I cittadini del territorio che provano a farsi sentire vanno ascoltati. Un ultimo esempio di come la politica parli tanto facendo poco è il punto nascite di Borgotaro, fondamentale per curare la nostra comunità montana. In questo caso, oltre al danno la beffa: proprio Bonaccini, responsabile della chiusura
del punto nascite, durante questa campagna elettorale ha promesso di riaprirlo. Con che faccia?».

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