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E' gelo tra Beppe Grillo e Pizzarotti. Tutta 'colpa' di Civati?

Il grande freddo tra Federico Pizzarotti e Beppe Grillo non e' certo cominciato ieri sera con il tweet sull''incontro coi candidati a sindaco M5s. E potrebbe davvero portare ad un clamoroso "divorzio", evocato anche dall'ex Giovanni Favia

Il grande freddo tra Federico Pizzarotti e Beppe Grillo non e' certo cominciato ieri sera con il tweet sull'incontro coi candidati a sindaco M5s. E potrebbe davvero portare ad un clamoroso "divorzio", evocato anche dall''ex Giovanni Favia. Quella iniziativa, certo, non e'' piaciuta allo "staff" a Cinque stelle, convinto che un sindaco in carica da meno di due anni non possa ergersi a docente. "Una iniziativa in stile Tavolazzi", la liquidano i grillini osservanti, in attesa di misurare dalla reazione che verra' dal primo cittadino le possibilita' che rimanga tale nei prossimi mesi. Finora, di sicuro, non ha convinto il richiamo alla rete di Pizzarotti. "Piu' che rete Pizzarotti ha fatto autogol", e' la battuta che circola. Ma, come detto, la riunione dei candidati e' solo la punta dell''iceberg. Cio' che a Grillo e Casaleggio pare non sia piaciuto e' stato leggere che l'unico sindaco di una citta' capoluogo con marchio a Cinque Stelle ha presentato venerdi' a Milano il libro scritto a quattro mani con una giornalista del "Corriere della Sera" (Marta Serafini). Un incontro a cui hanno partecipato, tanto per dire, anche il collega milanese Giuliano Pisapia e il parlamentare Pd Pippo Civati, quest''ultimo visto con un certo sospetto per i suoi tentativi di aprire un dialogo con i dissidenti M5s.

Non va poi dimenticato che Pizzarotti solo pochi giorni fa e' stato criticato con decisione all''interno dello stesso Movimento per il cosiddetto regolamento "bavaglio" nei confronti dei dipendenti comunali. Se ne incarico' il capogruppo M5s a Bologna, Massimo Bugani, vicinissimo a Grillo e Casaleggio. Pesano, poi, questioni piu' strettamente amministrative, a partire dal famoso inceneritore gestito da Iren, ''bandiera'' della campagna elettorale M5s (probabilmente decisiva per la vittoria) poi pero' regolarmente entrato in funzione. E' vero che per Pizzarotti era assai complicato fermarlo, ma pare che Grillo e soci siano piuttosto delusi dall''arrendevolezza mostrata dal sindaco di Parma.

"La principale colpa di Pizzarotti agli occhi di Grillo e'' di non essere piu'', e probabilmente non essere mai stato, rivoluzionario", scrive in una nota il capogruppo Pd al Comune di Parma, Nicola Dall''Olio. Nel sindaco "ha prevalso l'opportunismo, l'istinto di sopravvivenza, l''accomodamento con i poteri della citta'', la difesa non tanto della rivoluzione quanto della propria carica. E nel tempo e'' cresciuta in Pizzarotti la presunzione di autonomia dai capi indiscussi del movimento", sentenzia il democratico, probabilmente non discostandosi troppo dalle ragioni vere del dissidio. Dall''Olio non vede una cacciata immediata da parte di Grillo ("Espellere Pizzarotti significa perdere l''unica citta'' capoluogo in cui la presunta rivoluzione e'' al potere. Al momento non se lo puo' permettere") ma intanto sfida i consiglieri a Cinque stelle che rischiano di perdere il posto col primo cittadino.

"Cosa faranno i 21 consiglieri? Prenderanno le parti di Pizzarotti, rinnegando il movimento per salvare l'amministrazione e dare vita a un nuovo civismo di palazzo, oppure sacrificheranno il sindaco e se'' stessi sull''altare della rivoluzione grillina?" Preme per il ritorno alle urne la Lega nord, col segretario regionale Fabio Rainieri. "Il primo cittadino dimostri un po'' di coerenza e faccia quello che ha sempre chiesto agli altri: e' in scontro con il leader, si dimetta. E lo faccia in fretta. Almeno fara' per la prima volta un bel gesto in favore della nostra citta'' permettendole di andare al voto. Parma non si merita di essere trattata in questo modo" Per l''esponente del Carroccio "delle due l''una: o se ne fa una ragione Beppe Grillo o se ne va Pizzarotti. Ma di queste continue farse con attacchi, minacce e smentite siamo stanchi. A Parma serve un primo cittadino che faccia il sindaco davvero, non il teatrino domenicale" (Bil/ Dire)

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