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Tangenti, lo sfogo di Vignali: "Volevo trasformare Parma in una città europea"

I debiti del Comune arrivano a 408 milioni. Il sindaco scarica il barile: "I debiti non sono una mia invenzione". E poi afferma di essere il vero "argine dell'indebitamento", per essersi opposto alla metro

Il debito del Comune di Parma, considerando anche quello delle società controllate arriva a 408 milioni di euro e si tratta di una situazione per cui "non abbiamo infranto nessuna legge. Abbiamo agito per fare di Parma una città di rango europeo". Lo afferma il primo cittadino di Parma, Pietro Vignali, sindaco dal 2007, in un'intervista al Corriere della Sera, nella quale afferma che la scelta di creare le società miste non è stata sua ma "della giunta che mi ha preceduto.

Oggi - aggiunge - se si vogliono realizzare grandi progetti, bisogna muoversi così". Quanto ai rilievi mossi dalla Corte dei Conti, Vignali risponde che si tratta di "singoli episodi". "Ho trasferito proventi da alienazioni di cespiti comunali sul bilancio solo per 20 milioni in tre anni - afferma - rispettando sempre le norme. Le lettere fidejussorie impegnative sono due per un totale di 16,8 milioni di euro, di cui 14 milioni sono stati firmati dall'amministrazione precedente. Quanto al leasing immobiliare, lo usano tutti gli enti locali".

In sostanza, Vignali afferma di essere il vero "argine dell'indebitamento di Parma", per essersi opposto alla realizzazione della metropolitana. E rispetto alla giunta precedente, il sindaco ricorda che all'epoca si occupava di ambiente e trasporti, non di opere pubbliche.

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