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Caso Stt, l'opposizione: "Costa ha incarichi per 240mila euro?"

Lettera dei consiglieri Pagliari (Pd), Ablondi (Rc) e Guarnieri (Ap-Av) al sindaco Vignali sull'eventuale doppio ruolo di Costa in Stt e sulla presidenza di Alfa Spa, una partecipata della Holding

"Caro Sindaco,
nell’attesa dei documenti da noi richiesti con le recenti lettere di accesso agli atti, siamo venuti a conoscenza di una circostanza, che dovremmo definire stupefacente, se non si inserisse in una vicenda che ormai ci ha tolto la possibilità di meravigliarci.
Il 9 ottobre 2009, in una seduta tenuta nel Palazzo Municipale, il Consiglio di Amministrazione di S.T.T., con l’astensione del diretto interessato, ha deciso quanto segue (riportiamo testualmente): “Dopo ampia discussione, il Consiglio di Amministrazione, con l’astensione dell’interessato, delibera di conferire al Presidente, Ing. Costa, l’incarico di Direttore Generale della Società, a cui attribuire tutte le funzioni operative, di direzione e coordinamento delle attività societarie, dando mandato al Consigliere Guerci di perfezionare il relativo rapporto contrattuale entro il limite massimo di retribuzione lorda annua di € 150.000,00 (centocinquantamila/00), con decorrenza dal 1° settembre 2009”.

Che dire? La prima domanda è se questa delibera abbia avuto o meno esecuzione, volendo sperare che ci sia stato chi lo abbia impedito. Se è stata purtroppo eseguita, ne dobbiamo constatare sicuramente la macroscopica inopportunità politica e anche organizzativo-gestionale. Concentrare, infatti, in una sola persona, il ruolo di rappresentanza e di indirizzo e quello di responsabilità di tutta la struttura è scelta che, ormai, è sempre più raramente praticata, meno che meno nelle società pubbliche, nelle quali l’esigenza di una distinzione tra “governo politico” e “governo tecnico” è sempre più evidente. Sotto un altro profilo, dobbiamo constatare che, in tal modo, se la delibera ha avuto esecuzione, il Presidente-Direttore di S.T.T. è giunto a cumulare, in virtù di questa duplice funzione, un compenso intorno a € 200.000,00 lordi all’anno (€ 45.000 per la funzione di Presidente ed € 150.000,00, a stare all’ipotesi della delibera, per la funzione di Direttore Generale).

L’art. 1, comma 725, della legge Finanziaria 2007, ha previsto che i compensi dei presidenti delle società pubbliche comunali non possano essere superiori al 70% dell’indennità spettante al Sindaco. Constatiamo che, con questa sorprendente delibera, tale tetto è stato di fatto superato. Non ci soffermiamo sulla ipotesi, che Ti chiediamo comunque di verificare, della nullità della citata delibera ai sensi dell’art. 1418 c.c., ma sottolineiamo la nullità politica di questa delibera, contraria ad ogni etica istituzionale, al senso della misura che deve guidare l’azione degli Amministratori pubblici e all’opportunità politico-amministrativa sia in relazione alle contingenze economiche, sia in relazione alla situazione economico-finanziaria della Società stessa e del “Sistema Comune”.

E ciò sottolineiamo, anche se non ci sfugge che la logica dei “supercompensi” ha purtroppo caratterizzato la determinazione di molti incarichi affidati dall’Amministrazione o dalle società da questa partecipate. Il caso che Ti sottoponiamo non è quindi unico, ma nondimeno, se la delibera fosse stata eseguita, la circostanza non potrebbe che rafforzarci nelle nostre richieste in ordine alla posizione del Presidente di S.T.T.. L’assunzione di un incarico in una società pubblica, infatti, non è e non può essere l’occasione per una carriera o per un significativo ritorno economico: all’amministratore pubblico, anche di società partecipata, è richiesto il “senso del limite”, che nel caso è mancato.

Basti considerare la retroattività della nomina a Direttore Generale, che, decisa il 9 ottobre 2009, viene fatta risalire, agli effetti giuridici ed economici, al 1° settembre 2009, sempre stando al testo letterale della deliberazione del Consiglio di Amministrazione di S.T.T. Holding S.p.A.. C’è una misura nelle cose! Una misura assolutamente superata, se si considera pure che lo stesso Presidente-Direttore di S.T.T. Holding S.p.A. svolge le funzioni di presidente in Alfa S.p.A., società partecipata da S.T.T., per un compenso annuo intorno agli € 45.000,00. Il che significa che, dal sistema delle società partecipate del Comune di Parma, il suddetto Presidente-Direttore riceve, in un anno, un compenso complessivo lordo di circa € 240.000,00.

Alla luce di tutto questo, se Tu non hai impedito l’esecuzione della delibera, oggi hai il dovere di riconoscerne la nullità politica e di assumere le determinazioni conseguenti. Se fosse confermata , infatti , la situazione suddescritta non potrebbe non essere politicamente scandalosa. E nella stessa misura risulterebbe assolutamente insostenibile la permanenza del predetto Presidente-Direttore negli incarichi e  nelle funzioni rivestiti in tutte le società comunali. Ci permettiamo di precisare che la tesi sopra esposta, trova oggi riscontro nell’art. 8 del D.P.R. 07.09.2010, n. 168, che introduce (I comma) proprio il principio del divieto di confusione tra le funzioni di regolazione, di indirizzo e di controllo (cioè quelle proprie di Presidenti e Consiglieri di Amministrazione) e quelle di gestione (cioè quelle proprie degli organi dirigenti), stabilendo anche l’ineleggibilità a incarichi nelle società partecipate di coloro che, nei tre anni precedenti, siano stati amministratori negli enti locali (III comma).

Ora, ci è perfettamente chiaro che queste disposizioni si applicano solo alle nomine successive all’entrata in vigore del citato D.P.R., ma non ci è meno chiaro che il D.P.R. giunge, tardivamente, a dare “forza di legge” a principi già evidenti ed inoppugnabili sul piano politico; principi ai quali, comunque, dovranno attenersi le nomine e gli organigrammi futuri. Riteniamo infatti superfluo sottolineare che le predette nomine costituiscono un vincolo inderogabile e integrano automaticamente i criteri per le nomine di competenza del Sindaco votate dal Consiglio Comunale".

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