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Stu Pasubio, Pizzarotti: "No alle offese sulla nostra condotta"

Replica del sindaco di Parma alle dichiarazioni del consigliere comunale del Pd che aveva parlato di "delibere illegittime" chiedendone il ritiro

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ParmaToday

Ritorno con interesse sulla questione della Stu Pasubio, ripresa da alcuni organi di stampa, per informare nuovamente la città sulla situazione attuale. Da parte dell’amministrazione, anzitutto, non c’è mai stata nessuna volontà di tener nascosta la vicenda: il 3 luglio scorso, infatti, tramite comunicato stampa informammo immediatamente gli organi d’informazione sulla volontà (e sui motivi) di cedere le quote comunali della Stu (52%), rispondendo in merito anche alle domande dei giornalisti durante conferenza stampa del 6 luglio; ancor prima, il giorno 27 giugno ci fu un’intervista in merito a Tv Parma, nella quale confermai la volontà di vendere tali partecipazioni comunali; lo stesso giorno il quotidiano Polis titolò in prima pagina “Stu Pasubio, sì alla vendita. Il sindaco sposa la decisione del commissario Ciclosi”.  La volontà poi di procrastinare al mese di ottobre il termine per la vendita delle quote pubbliche della società, per poter rivedere gli aspetti tecnici e finanziari con maggior parsimonia, e senza la frenesia di dover fare tutto subito, fu letto in senso positivo sia dalla Commissione Audit per l’indagine sul debito pubblico, che dallo stesso Capogruppo Pd Nicola Dall’Olio.


STU PASUBIO, PIZZAROTTI: "CEDIAMO LE QUOTE PER EVITARE DANNI"

Sulla base dell’ampia pubblicità che ne facemmo, dunque, stupisce il fatto che oggi si affermi che l’azione sia stata attuata in tutta fretta e volutamente in silenzio. Perciò riteniamo legittimo, democratico e sacrosanto criticare o discutere nel merito delle nostre azioni politiche, ma non accettiamo implicite offese sulla nostra condotta, spacciata per poco trasparente o passibile di sospetto. Rispondo inoltre che torneremo con determinazione sulla questione confrontandoci con il Consiglio Comunale, organo di controllo, proprio perché riteniamo di non avere nulla da nascondere.  
 
Cosa pensiamo della Stu Pasubio

Quello che sin da subito abbiamo sostenuto, a riguardo della questione Stu Pasubio, è che la situazione in cui versa ben rappresenta la politica di Parma degli ultimi anni: il voler sostenere costi di crescita e di produzione impossibili da tollerare per la città. Esaminando nel dettaglio, e con ragionata accuratezza, la vicenda della Stu, convenimmo che cedere le quote di parte comunale ci portava sì ad un esiguo ricavo (180 mila euro), ma avrebbe evitato alla città un pesante danno economico, considerato il fatto che il complesso non è stato ancora ultimato, e che altresì necessita di ulteriori investimenti. Sappiamo che il debito gravante sulla società è di 78 milioni di euro - interamente finanziato da un istituto bancario -, e sappiamo inoltre che in un periodo di incertezze economiche, quale il nostro, per il Comune sarebbe stato altamente rischioso vendere gli appartamenti della Stu per una cifra che oscilla a circa 4000 euro al metro quadro. Quale sciagurato amministratore si sarebbe arrischiato nel mantenere le quote della Stu, pur sapendo del debito a proprio carico e delle oggettive difficoltà gravanti sul mercato immobiliare?

In sintesi la volontà di cedere le quote, in conformità con la decisione maturata dall’ex commissario Ciclosi, è stata presa per evitare un danno pubblico generale e altamente probabile. Torno a ripetere infatti che le nostre idee non saranno mai conformi a quella politica di grandiosità effimera e di insostenibilità economica, spacciata per pura sostenibilità, che tanto ha contraddistinto le azioni politiche della passata amministrazione".

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