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Ecomostro allo Spip, il Pd: 'Sembra di essere nella terra dei fuochi'

"Sembra di essere nella terra dei fuochi, invece siamo alle porte di Parma". A dirlo Gianmaria Varesi, un imprenditore che ha il suo capannone nella zona Spip a due passi da quel che rimane del parcheggio multipiano che, nei progetti della passata amministrazione, doveva essere un nuovo centro direzionale

“Sembra di essere nella terra dei fuochi, invece siamo alle porte di Parma”. A dirlo Gianmaria Varesi, un imprenditore che ha il suo capannone nella zona Spip a due passi da quel che rimane del parcheggio multipiano che, nei progetti della passata amministrazione, doveva essere un nuovo centro direzionale che desse lustro alla città. In realtà ora è qualcosa che assomiglia più ad una discarica a cielo aperto con rifiuti abbandonati ovunque, la struttura trasformata in dormitorio per i senzatetto e il parcheggio luogo di spaccio e di prostituzione. Non solo, visto che nessuno controlla, nei prati si possono trovare bidoni pieni di prodotti chimici che finiscono nelle falde acquifere. “Al di là del problema sicurezza – continua Varesi – con molta frequenza notiamo delle persone che vengono qui e scaricano nei campi qualunque cosa, è assurdo che noi come azienda dobbiamo pagare per lo smaltimento dei rifiuti al Comune mentre chiunque può venire qui e fare quello che vuole”. L’imprenditore è molto amareggiato anche perché ha più volte segnalato la cosa al Comune. “Ho mandato lettere, foto, chiesto incontri ma ogni volta è la stessa storia: vedremo, faremo ma poi la situazione non cambia mai anzi peggiora con l’andare del tempo”. 

Varesi ha voluto dire la sua durante un appuntamento organizzato dal Partito democratico di Parma proprio per denunciare le condizioni incredibili della zona che si trova all’inizio di via Colorno, a due passi dall’ingresso dell’autostrada. “Nel settembre del 2013 – ha spiegato il capogruppo Pd in consiglio comunale, Nicola Dall’Olio – ho presentato una interrogazione alla giunta per segnalare la situazione di questo spazio, mi è stato risposto che si sarebbe intervenuti nel più breve tempo possibile. In realtà da allora non è stato fatto nulla e la situazione è andata via via peggiorando. Sappiamo perfettamente che quest’opera non è stata voluta da Pizzarotti, ma crediamo che in quattro anni di mandato ci sia stato tutto il tempo per poter intervenire al meglio”. La soluzione per l’esponente democratico c’è ed è a portata di mano. “Chi ha costruito questo scempio – spiega – ha sottoscritto delle fideiussioni che nel 2016 saranno esigibili dal Comune, si tratta di circa 10 milioni di euro. Con quei soldi si deve fare un intervento per sistemare la situazione. Noi pensiamo sia necessario abbattere questa struttura che oltre ad essere brutta è diventata anche pericolosa ed attrae la 

La possibilità di abbattere la struttura è stata sostenuta anche da Lorenzo Lavagetto, segretario cittadino del Pd, che da tempo sta lavorando sul tema della periferie attraverso il progetto ParMap. “Da tempo – spiega – abbiamo segnalato all’amministrazione comunale le diverse situazioni complicate che ci sono in diverse zone, grazie al lavoro di decine di cittadini che ci hanno dedicato tempo. Abbiamo chiesto con la massima chiarezza un intervento sulle diverse problematiche segnalate, quella dello Spip è una di quelle più difficili, ma non siamo mai stati ascoltati e l’immobilismo è totale”.  A tirare le conclusioni è ancora Dall’Olio. “Ormai questa giunta è al tramonto – sottolinea – e dopo quattro anni possiamo dimostrare l’assoluto immobilismo di Pizzarotti e soci. Tutti i bei discorsi legati all’ambiente, al consumo di suolo zero e al riqualificazione del territorio sono stati buoni per vincere la campagna elettorale ma poi sono finite in un cassetto. Noi ora siamo già proiettati sulla prossima amministrazione, e possiamo assicurare ai cittadini che interverremo velocemente in situazioni come quella dello Spip”.

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