Porporano oggi
Mi ritengo fortunato ad essere nato nel 1980. Quando avevo 13 anni a Porporano avevamo poco ma almeno quel poco c era: un campo da calcio, un campo da basket (trasformato in campo da calcetto a 5) e tanta libertà, tanti campi attorno, tanta fiducia da parte dei genitori. Giocando a calcetto nel campo da basket si creava un atmosfera magica: c era gente che aspettava il proprio turno per giocare e c erano i palloni che finivano o nel canale o contro le finestre della Carla o contro le finestre del parroco, don Enore, che aveva fatto il catechismo a tutti noi a suon di vangelo e sberle (quando erano necessarie) e che ad ogni pallonata forte veniva fuori e ci diceva le sue ragioni. Quando penso ad un 13enne a Porporano oggi immagino un ragazzo che vive in un paese dove non tutti si conoscono, dove i condomini hanno preso il posto dei campi e questo non è un male di per sé ma la trasformazione urbanistica porta ancora di più oggi ad avere bisogno di spazi comuni. Oggi il campo da calcio è chiuso, il campo da basket è distrutto da anni, non c'è un centro giovani, non c'è un circolo, non c è una piazza. Cosa offriamo oggi a questi giovani? Critiche, divieti e restrizioni. Il comune ha tradito Porporano, l'ha abbandonato e poi gli ha dato anche la colpa (con qualche complice che per farsi bello si mette dalla parte dell'amministrazione). Oggi offriamo ai nostri adolescenti solo strade e palazzi e domani loro troveranno qualcosa da fare con questi due elementi a disposizione, purtroppo essendo una storia già vista il finale lo conosciamo già.